Parte da maggiori consapevolezze e dalla necessità di plasmare una nuova mentalità il 2025 del Palermo. Lasciato alle spalle l’annus horribilis, la squadra di Alessio Dionisi è adesso costretta a cambiare passo. A decretare il successo di questa sperata, attesa e annunciata metamorfosi sarà l’esito dei prossimi due incontri casalinghi: Modena e Juve Stabia.
La settimana del club di viale del Fante è partita con due importanti avvenimenti: l’approdo nel capoluogo siciliano del nuovo ds Carlo Osti e la visita al centro sportivo di Torretta dell’amministratore delegato del CFG Ferran Soriano e del consigliere di amministrazione del club rosanero Alberto Galassi. Un “blitz”, quello dei due vertici, non da sottovalutare e, come già avvenuto nelle poche volte in passato, soprattutto nei momenti cruciali e più delicati, da non tralasciare mai al caso.
Catapultato nella piazza rosanero a mercato già avviato, l’ex e storico direttore sportivo della Sampdoria non si è sottratto alle avversità e alle difficoltà che avvolgo ormai da mesi l’ambiente siciliano. Del resto il perché della sua chiamata trova in tutto ciò la sua risposta. Sia in entrata sia in uscita le trattative sono ancora al palo, nulla è ancora ufficiale. Ma al momento le priorità sono proprio quei giocatori il cui futuro, fino a poche settimane fa, appariva già segnato. Ritrovare il dialogo e la sinergia con Brunori, Gomes e Saric è il primo tassello del mosaico, puntando così significativamente sulla valorizzazione dell’organico già esistente.
Dalle parole di mister Dionisi in conferenza stampa, la “cura Osti” sembra stia già entrando in corpo e i primi segni di riabilitazione giungono dal campo, nel corso dei primi allenamenti post vacanza, dove la squadra, a detta del tecnico toscano, si è mostrata “più compatta di prima, con una mentalità più da squadra“. E in tal senso il match contro i canarini è il miglior banco di prova. Dall’avvento di Mandelli gli emiliani non conoscono più l’odore bruciante della sconfitta, con otto risultati utili consecutivi, validi per riscrivere e scalare la classifica. Una forza e un rinvigorimento che necessariamente dovranno essere di ispirazione per i rosa.
Il Modena del resto ha sempre rappresentato un crocevia per il Palermo. E la partita del girone di andata, in scena al Braglia ne è un esempio. Terminata 2-2, la sfida rappresenta la perfetta fotografia della prima metà della stagione dei rosanero. Nello stesso match la compagine siciliana ha iniziato il suo lungo percorso di scorporamento dal classico 4-3-3, mutando la propria conformazione tattica, premiata in termini di prestazione, ma non di risultati, offrendo e rafforzando la percezione di non essere mai totalmente artefici del proprio destino.
Proprio domani, al Barbera, scenderà in un campo un altro nuovo Palermo, proiettato più sul 3-5-2. A dettare la necessità di un cambio modulo è in primis l’emergenza infortuni, acuita soprattutto nelle ultime ore. A Di Mariano e Di Francesco si aggiunge così anche Insigne, ai box per un risentimento muscolare. Con i soli Brunori, Le Douaron, Henry e Appuah è evidente come le scelte siano limitate.