Una delega per uno non fa male a nessuno. Con la seconda determina del 2025, il sindaco Roberto Lagalla ha concesso la delega alla gestione dei fondi extracomunali all’assessore Pietro Alongi. Il primo cittadino accontenta così anche la corrente di Forza Italia dopo che, nei giorni precedenti, aveva concesso la delega al Patrimonio all’esponente di Fratelli d’Italia Brigida Alaimo. Fatto a cui seguirà, entro la fine della settimana, la nomina del nuovo vicepresidente della Reset. Ruolo per il quale è stato scelto il profilo di Loredana Fierotti, nome molto vicino al gruppo della Democrazia Cristiana, in particolare al capogruppo Domenico Bonanno.
Delega alla gestione dei fondi extracomunali a Pietro Alongi
Roberto Lagalla affida così la gestione del coordinamento dei fondi extracomunali a Pietro Alongi, già assessore all’Ambiente e alla gestione dei rapporti con Rap. Una decisione giustificata per dare “maggiore incisività amministrativa ed istituzionale e per perseguire gli obiettivi strategici prefissati dall’Amministrazione, con particolare riferimento all’attuazione e monitoraggio della spesa relativa alla programmazione ed utilizzo delle risorse extracomunali“. Tali fondi infatti costituiscono un nucleo fondamentale dei bilanci comunali, vista la carenza di liquidità proprie dettata dalla ben nota condizione di sovraccreditamento che ha costretto Palazzo delle Aquile a ricorrere al piano di riequilibrio attualmente in essere.
“E’ una delega importante viste le sfide che attendono il Comune di Palermo in questo 2025 – ha commentato ai microfoni de ilSicilia.it l’assessore Pietro Alongi -. La voce dei fondi extracomunali conta al suo interno investimenti per oltre 300 milioni di euro solo quest’anno. Lavoreremo insieme al sindaco e a tutta l’Amministrazione ad un monitoraggio costante per snellire i finanziamenti e raggiungere gli obiettivi fissati dalla Giunta“.
Rimpasto di deleghe per frenare il rimpasto politico
Una riorganizzazione di competenze su cui il sindaco sta puntando molto, sia per allegerirsi di deleghe importanti ma comunque pesanti dal punto di vista operativo, sia per accontentare le richieste provenienti dalla sua maggioranza. L’obiettivo primario rimane quello di evitare o comunque procrastinare il rimpasto di metà mandato. Il momento politico è caldo. La creazione di un nuovo soggetto politico centrista proprio da parte del sindaco (insieme a Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè), ha creato molto interesse all’interno della coalizione a sostegno del sindaco. Ma, al contempo, ha fatto lievitare il nuvolo di richieste di maggiore spazio provenienti dal centrodestra.
L’attuale equilibrio in Giunta
L’attuale composizione della Giunta prevede tre assessori in quota Forza Italia (Pietro Alongi, Aristide Tamajo e Rosi Pennino), tre per Fratelli d’Italia (il vicesindaco Giampiero Cannella, Brigida Alaimo e Dario Falzone), tre per Lavoriamo Per Palermo (Totò Orlando, Maurizio Carta e Fabrizio Ferrandelli) e, per finire, uno a testa per Democrazia Cristiana (Giuliano Forzinetti) e Lega (Alessandro Anello). Caselle a cui si aggiunge la casella della presidenza del Consiglio Comunale affidata a Giulio Tantillo. Un equilibrio che, al di là degli avvicendamenti dell’autunno 2023, non è mai cambiato da inizio consiliatura.
Un bilanciamento da ritrovare
Qualcuno però continua ad invocare più spazio. A cominciare dalla Democrazia Cristiana, limitata ad un solo assessore nonostante i cinque consiglieri comunali presenti a Sala Martorana. Lo stesso quantitativo di consiglieri di Lavoriamo Per Palermo, compagine che però di assessori ne ha tre. Poi ci sono i mal di pancia di Fratelli d’Italia. I meloniani affermano di essere in inferiorità numerica nell’esecutivo rispetto a Forza Italia. A parità di numeri in Consiglio Comunale, per gli azzurri fanno la differenza la presidenza del Consiglio di Giulio Tantillo e le tre presidenze di commissione (V-Salvo Alotta, VI-Ottavio Zacco e VII-Pasquale Terrani), mentre FdI ne ha solo due (I-Giuseppe Milazzo e II-Antonio Rini). Ma anche all’interno di Forza Italia c’è chi chiede spazio. A cominciare dagli ex componenti della corrente Tamajo, ovvero Gianluca Inzerillo (passato con Giorgio Mulè e Marco Falcone) e Ottavio Zacco. Da capire quali sono i margini di manovra. Ma fino a quando il sindaco non aprirà i cordoni del rimpasto, tutto rimarrà congelato. E per qualcuno, nella maggioranza, sembra essere meglio così.