“I fessi pagano e loro incassano”.
Nelle strade di Palermo, specialmente nei centri storici e nei pressi degli ospedali, si consuma quotidianamente un sopruso che ha ormai il sapore dell’abitudine: il pizzo sui parcheggi. Non parliamo di aree private o delle famose e odiate “strisce blu“, ma delle strisce bianche, quegli spazi pubblici che dovrebbero essere gratuiti per i cittadini. Eppure, chi lascia la propria auto senza “versare il contributo” ai parcheggiatori abusivi corre il rischio concreto di ritrovare il veicolo danneggiato o, nel migliore dei casi, con qualche spiacevole sorpresa.
Un problema per i lavoratori e per i cittadini onesti
In una città dove le piste ciclabili non sono pienamente funzionali alle esigenze dei cittadini e i mezzi di trasporto pubblico sono disorganizzati, mal collegati e perennemente in ritardo, a dover subire maggiormente questa situazione sono i lavoratori che spesso devono anticipare la sveglia di un’ora solo per trovare un posto sicuro dove lasciare la propria auto per 9-10 ore. L’alternativa? Pagare ogni giorno una cifra che, nel corso del mese, può diventare insostenibile. E se un operaio o un impiegato deve scegliere tra arrivare in orario al lavoro o evitare di pagare “il pizzo“, la realtà diventa insopportabile.
Un problema per i lavoratori e per i cittadini onesti

A confermare la gravità della situazione è Marcello Longo, presidente dell’Ottava Circoscrizione di Palermo evidenziando che: “Il centro città è ormai diventato un’area ad alta attrattività per i posteggiatori abusivi, complice la carenza di posti auto e l’elevato afflusso di persone che si recano qui per lavoro, per fare acquisti o per la movida. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a una vera e propria escalation. Se prima i posteggiatori erano prevalentemente extracomunitari, oggi il fenomeno è nelle mani di soggetti italiani, palermitani, spesso anche consumatori di crack, che si distinguono per atteggiamenti aggressivi e intimidatori. Abbiamo più volte chiesto l’intervento della Polizia Municipale, ma anche delle altre forze dell’ordine, inoltrando segnalazioni formali direttamente alla Prefettura e alla Questura. È indispensabile un intervento incisivo e coordinato: serve la presenza costante della Municipale, ma anche il supporto attivo delle altre forze dell’ordine“.
Zona Policlinico: tra studenti, pazienti e paura

Un altro dei punti più critici di Palermo è la zona del Policlinico, frequentata quotidianamente da pazienti, studenti e operatori sanitari. Ma la percezione del fenomeno varia, anche all’interno della stessa area. Nonostante le lamentele di diversi cittadini Gioacchino Vitale, presidente della III Circoscrizione, evidenzia che: “Nella zona del Policlinico non abbiamo ricevuto segnalazioni ufficiali, probabilmente perché la maggior parte delle persone che frequentano l’area sono studenti e pazienti, che si trovano lì solo temporaneamente. Inoltre, nella zona sono presenti diversi garage privati che potrebbero ridurre le criticità. Personalmente, ritengo che i parcheggiatori abusivi non dovrebbero esistere: si tratta di un abuso e di una forma di sopraffazione. È evidente che serve un controllo più capillare da parte delle istituzioni”.

A dare voce alle difficoltà quotidiane vissute dagli studenti è Francesco Cappello, professore ordinario di Istologia e Prorettore alla Vita studentesca dell’Università degli Studi di Palermo: “Sappiamo bene che la zona del Policlinico è particolarmente esposta a questo tipo di fenomeni. La nostra solidarietà va agli studenti, che spesso ci segnalano episodi spiacevoli, ma è importante sottolineare che non sono gli unici a subire queste situazioni. Anche medici, operatori sanitari, pazienti e familiari dei pazienti si trovano a dover fronteggiare lo stesso tipo di pressione. Gli episodi più gravi, naturalmente, devono essere immediatamente denunciati alle autorità competenti. Una notizia importante è che si sta valutando la possibilità di far accedere gratuitamente gli studenti e gli specializzandi al parcheggio interno del Policlinico, durante i turni serali e notturni. La proposta arriva da un’associazione studentesca. Al momento, la governance universitaria sta studiando la fattibilità del provvedimento. Va chiarito che l’area del Policlinico non è gestita dall’Università, ma dall’Azienda Ospedaliera Universitaria. Per questo, sarà necessaria una collaborazione tra le due istituzioni per rendere possibile l’intervento”.
Le Istituzioni non riescono a contrastare il fenomeno
La beffa è che la presenza dei parcheggiatori abusivi è nota a tutti, eppure le istituzioni sembrano inermi di fronte al fenomeno. Nemmeno la Polizia municipale sembra riuscire a fronteggiare efficacemente il problema, vista anche la necessità di cogliere questi criminali in flagranza di reato. Molto spesso si tratta di soggetti nullatenenti. Fatto che rende difficile colpirli sulla sfera economico-privata. Fatto che gli permette di agire con maggiore arroganza. Italiani e stranieri, spesso organizzati in piccoli gruppi, impongono il pagamento di somme che, alla fine della giornata, ammontano a cifre superiori a quelle guadagnate con un lavoro onesto. E, come spesso accade, questi introiti non vengono dichiarati, trasformando questa prassi in un’economia sommersa che danneggia ulteriormente lo Stato e i cittadini che pagano regolarmente le tasse. “Parcheggio ogni giorno all’interno dell’area del Politeama – racconta un cittadino -. Vedo ogni giorno passare volanti della municipale e delle forze dell’ordine in cerca di infrazioni stradale. E sapete che fanno i parcheggiatori? Si nascondono per qualche minuto per poi tornare alla carica come se nulla fosse successo“.
Un sistema di impunità
La loro presenza è così radicata che, in alcuni quartieri, sono diventati una sorta di figura “istituzionale“, percepita quasi come un male inevitabile. Fare il parcheggiatore abusivo, infatti, non è un reato, ma un illecito amministrativo punito con una multa fino a 3.095 euro e il sequestro delle somme percepite. Diventa reato solo se il parcheggiatore minaccia, anche in modo implicito, ritorsioni sull’auto in caso di mancato pagamento.
A complicare il quadro, c’è anche l’atteggiamento intimidatorio di molti di loro. Se un automobilista, per evitare problemi, lascia qualche moneta, 20 o 50 centesimi, rischia persino di essere insultato: “Non siamo qui per l’elemosina”, rispondono alcuni, lasciando intendere che il pagamento non è una scelta, ma un obbligo tacito. Il confine tra richiesta e minaccia diventa sottile, trasformando quello che sembra un servizio in un’estorsione mascherata.
E così, tramite questa pratica illegale, molti riescono a guadagnare fino a 1.400 euro al mese, totalmente esentasse.
L’immobilismo
Se le istituzioni volessero davvero affrontare il problema, servirebbero interventi mirati e costanti. Oppure, basterebbe semplicemente una maggiore presenza delle forze dell’ordine, senza che queste voltino lo sguardo altrove. Quanto al trasporto pubblico, è una battaglia persa: le amministrazioni che si sono succedute hanno privilegiato interessi economici che poco o nulla hanno a che fare con il benessere dei cittadini, costringendoli a dipendere dall’auto privata per recarsi al lavoro. E no! Non è un fatto culturale perché, nel 2025, con i prezzi dei carburanti alle stelle, le auto per strada dovrebbero essere già drasticamente diminuite. E invece, Palermo resta bloccata nel passato.
Fino a quando nulla cambierà, il cittadino palermitano dovrà rassegnarsi a vivere in una città dove il racket dei parcheggiatori abusivi prospera nell’indifferenza generale, e dove chi lavora onestamente subisce, mentre chi vive nell’illegalità continua ad arricchirsi impunemente.
E, come direbbe Totò: “E io pago!”.
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