I giudici della seconda sezione penale di Palermo, presieduta da Adriana Piras, hanno condannato 7 imputati e ne hanno assolti tre nel processo nato dall’operazione “Octopus” dei carabinieri sugli illeciti nella vigilanza nelle discoteche e nei locali della città.
Secondo l’accusa, tra il 2014 e il 2019, Cosa nostra ne avrebbe controllato l’organizzazione imponendo suoi buttafuori abusivi anche in occasione di eventi. Diversi collaboratori di giustizia avevano parlato di un business molto redditizio.
Il collegio ha condannato Gaspare Ribaudo a 7 anni e 3 mesi, Andrea Catalano a 8 anni e 4 mesi, Cosimo Calì a 5 anni, Emanuele Cannata, 7 anni e 6 mesi, Francesco Fazio, 8 mesi, Davide Ribaudo 1 anno, Giovanni Catalano, 6 anni e 8 mesi. Sono stati assolti Antonino Ribaudo, Ferdinando Davì ed Emanuele Rughoo Tejo, difeso dagli avvocati Salvo e Gaetano Priola.
Quest’ultimo è uno dei sopravvissuti alla strage di Casteldaccia del 3 novembre del 2018, quando per via dell’esondazione del fiume Milicia una villetta venne travolta da un’ondata di fango, causando 9 morti. Tra loro anche la moglie e il figlio piccolo dell’imputato, che – sempre nel 2018 – si era candidato come consigliere comunale a Bagheria