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In vista dell'istruttoria a giugno

I dubbi della Corte dei Conti sul piano di riequilibrio: dal Comune di Palermo le prime risposte sulle Partecipate

giovedì 22 Maggio 2025

Piano di riequilibrio. La spada di Damocle sui conti del Comune di Palermo. Una manovra lacrime e sangue avviata dalla precedente amministrazione guidata da Leoluca Orlando e perfezionata da quella che vede protagonista l’attuale sindaco, ovvero Roberto Lagalla. Non c’è vittoria senza sacrificio. Il piano, come è noto, mira a sanare i problemi che tuttora interessano le casse di Palazzo delle Aquile. A cominciare dalla condizione di sovraccreditamento, ovvero l’incapacità di riscuotere a pieno ad esempio multe e tributi dai cittadini (fatto che poi appesantisce il fondo crediti di dubbia esigibilità, bloccando così ulteriori risorse), per passare poi allo stato in cui versano le società Partecipate del Comune di Palermo. Ed è proprio sulle aziende di proprietà di Palazzo delle Aquile che si è concentrata l’attenzione dei giudici della Corte dei Conti.

L’ente di controllo ha inviato, ad inizio aprile, una relazione sullo stato di avanzamento del piano di riequilibrio, sottolineando la necessità di alcuni chiarimenti. Fra i punti sui quali sono stati chiesti numi figurano la risoluzione del contenzioso fra l’Amministrazione ed Amat, il piano di risanamento della Rap e la vicenda dello spostamento dei sottoservizi del tram dibattuta con AMG. Il confronto ufficiale avverrà a giugno. Ma alcune di queste domande hanno già avuto risposta dal dirigente dell’Ufficio Autonomo Controllo Economico Finanziario delle Società Partecipate, ovvero Grace Fatta. Un parere, sottoscritto il 15 maggio, estramemente tecnico e nel quale gli uffici si sono principalmente concentrati sugli aspetti economico-finanziari. Fra questi figura l’annoso tema dei disallineamenti. Ovvero, la mancata sincronia fra i crediti vantati dalle aziende e i debiti riconosciuti dal Comune di Palermo. Ciò al netto delle valutazioni da approfondire in sede di confronto sui passaggi sopracitati.

Amat

Il dirigente dell’area del Bilancio ha ricordato alcuni passaggi avvenuti a livello politico relativi alla vita di Amat, azienda che si occupa della gestione del trasporto pubblico locale in città. Fra questi c’è l’approvazione del piano industriale di Amat, ufficializzata a metà marzo dopo diversi mesi di attesa. Un processo reso farraginoso dalla necessità di togliere alcuni servizi in perdita strutturale, come il servizio rimozione o il car/bike sharing. Dopodichè, l’analisi si è spostata sui numeri nudi e crudi. L’analisi del IV trimestra 2024, scrive Fatta, “ha evidenziato un utile provvisorio al 31.12.2024 pari a 4,75 milioni di euro, rilevata nell’ambito dell’istruttoria condotta dall’Ufficio Autonomo Controllo Economico Finanziario Società Partecipate“.

Un inversione di tendenza rispetto al passato resa possibile dalla generale riorganizzazione portata avanti dal presidente Giuseppe Mistretta, oltre che attraverso la risoluzione di alcuni problemi di lungo corso. Come la famosa questione relativa al contenzioso, con la Regione Siciliana, sui fondi “vuoto per pieno” risalenti all’era covid. “Tale circostanza nel bilancio 2024 determinerà un cospicuo rilascio del fondo rischi e rilascio del fondo svalutazione crediti con effetti positivi sul conto economico 2024 e sterilizzazione intertemporale di parte della perdita rilevata nel 2022, principalmente imputabile ai relativi accantonamenti“. Un’azienda che attende ancora l’approvazione del nuovo contratto di servizio. La delibera è stata riproposta dagli uffici il 9 maggio. Ma si attende l’ok definitivo dal Consiglio Comunale.

Rap

La relazione passa poi ad analizzare lo stato della Rap, la società Partecipata del Comune di Palermo che si occupa della gestione della raccolta dei rifiuti. Come è noto, l’azienda presieduta da Giuseppe Todaro è stata recentemente oggetto di un piano di risanamento. Azione correttiva necessaria a lenire gli effetti negativi del bilancio 2023, chiuso con un passivo da quasi 10 milioni di euro. Un’operazione sulla quale la Corte dei Conti ha espresso alcune perplessità. In particolare, hanno scritto i relatori ad aprile, “alcuni degli organi dell’Ente stesso si spingono a segnalare il rischio della violazione del divieto del soccorso finanziario, ritenendo il piano di risanamento non adeguato“. Proprio per tale motivi, l’ente di controllo ha chiesto di avere approfondimenti sul tema.

Sul tema, gli uffici del Comune di Palermo hanno chiarito che “la legittimità dell’operazione di ricapitalizzazione delle società partecipate in perdita è strettamente connessa alla capacità della Società di assicurare la continuità aziendale ed il ritorno in bonis“. Il tecnico aggiunge che “l’operazione di ricapitalizzazione di RAP è stata caratterizzata da un iter travagliato e da notevoli aspetti di criticità emersi nel corso dell’istruttoria sui piani di risanamento più volte deliberati dalla società e in esito al monitoraggio sul relativo andamento economico finanziario emergente dalle situazioni periodiche trimestrale“.

Al contempo però, viene sottolineato le prerogative della politica, in particolare del Consiglio Comunale. “Il provvedimento rimane attribuito alla esclusiva discrezionalità amministrativa del Consiglio comunale, esercitata attraverso la valutazione riferita “alla sussistenza del preminente interesse pubblico” di procedere al risanamento economico–patrimoniale e finanziario di RAP“. Il resto, come si suol dire, è storia. L’aumento di capitale di Rap si è concretizzato a marzo 2025. Un’operazione avvenuta non solo ricorrendo a iniezioni di liquidità, ma anche e soprattutto attraverso il rimpolpamento del patrimonio immobiliare di Rap. Ciò tramite il passaggio di proprietà di Palazzo Cairoli, sede aziendale, e di 4 centri comunali di raccolta.

AMG

Nell’atto viene poi affrontata la situazione relativa ad AMG, ovvero l’azienda che si occupa del servizio d’illuminazione pubblica in città. Particolare attenzione viene dedicata alla vicenda relativa allo spostamento dei sottoservizi su alcune strade che saranno interessate dai futuri lavori del sistema tram di Palermo. Un’operazione che costerà oltre 3 milioni di euro e sulla quale si è generato un contenzioso legale che ha coinvolto sia il TAR che il Consiglio di Giustizia Amministrativa. Entrambi gli enti hanno poi dato ragione all’azienda. Società, quella gestita da Francesco Scoma, che ha approvato a gennaio 2025 sia il budget che il nuovo piano industriale. Documenti che hanno attestato una sostanziale situazione di equilibrio.

Una relazione che però non esaurisce tutti i quesiti posti dai tecnici della Corte dei Conti. Solo quelli, si fa per dire, di natura finanziaria. Per tutti gli altri serviranno i pareri dei dirigenti di competenza. Ciò in attesa che, a giugno, ci sia il confronto fra l’Amministrazione Comunale e l’ente di controllo.

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