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Progetti a rischio

In Ue è scontro sulla proroga del Pnrr, la Sicilia trema. Giambona: “Parole di Fitto lasciano basiti”

giovedì 26 Giugno 2025
Mario Giambona

Scatta l’allarme sui fondi Pnrr. La Sicilia rischia di perdere la più grande occasione di investimento mai avuta. Un treno, che a causa del mancato rispetto delle scadenze, potrebbe essere perso per sempre.

La data cerchiata in rosso sul calendario è il 30 giugno 2026. Esattamente tra un anno. E gli ultimi dati emersi sull’aggiornamento dello stato di avanzamento dei lavori non sono per nulla incoraggianti. L’Isola non è l’unico caso di ritardi. Tante sono le Regioni racchiuse in questo vortice di nera preoccupazione. Andando oltre i confini nazionali, in realtà, diversi sono anche i Paesi Ue indietro nella tabella di marcia.

Cosa è successo al Parlamento Ue

Parlamento europeo

Un fronte unito e compatto, quello dei “ritardatari” che ha spinto la scorsa settimana il Parlamento europeo ad approvare una risoluzione non legislativa per prorogare il termine di 18 mesi, al 31 agosto 2026. Il verdetto è stato di 421 voti favorevoli, 180 contrari e 55 astensioni. I deputati si sono dichiarati preoccupati “per i tempi ristretti per l’attuazione dei fondi rimanenti, che mettono a rischio il completamento delle riforme previste, dei grandi progetti e dell’innovazione, così come il raggiungimento del 70% di obiettivi ancora pendenti“. Di qui la richiesta alla Commissione di istituire nuovi programmi, flessibili e in grado di adattarsi ai cambiamenti garantendo al contempo prevedibilità. Una soluzione, però, che non è stata vista di buon occhio dai piani alti dell’Europa. Tra i contrari anche vicepresidente esecutivo della Commissione Ue Raffaele Fitto, che già qualche settimana prima del voto aveva definito la modifica come “impossibile“. La paura di perdere le risorse, intanto, ha già spinto Palazzo Chigi a lavora su una nuova revisione del Piano.

A che punto è la Sicilia?

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano prevede un totale di 15,9 miliardi di euro per 21.272 progetti. I temi? I più disparati: sanità, trasporti, asili nido, digitalizzazione, transizione energetica e tutti gli altri ambiti che ruotano e incidono sulla nostra vita quotidiana.

La Sicilia ad oggi è ferma la palo per quanto concerne la realizzazione delle opere, con uno stato di avanzamento dei lavori fermo al 15%. Sotto la media nazionale, che comunque non brilla al 32%. Una percentuale che si abbassa considerando solo le misure, 3.546 progetti, in cui il soggetto attuatore è la Regione Siciliana. La percentuale scende infatti al 10%. Di certo non va meglio ai progetti in cui i soggetti attuatori sono i Comuni, in una terra come la Sicilia in cui la maggior parte degli Enti locali sono in stato di dissesto o predissesto. Il 60% di queste somme è destinato a Comuni medio-piccoli, con meno di 5mila abitanti, e dove le difficoltà si acuiscono a causa delle maggiori criticità nel reperire le professionalità adeguate per gestire le ingenti spese.

Insomma, un’occasione, per ricucire e ridurre il profondo gap della Sicilia rispetto alle altre Regioni, che rischia di sfumare.

Giambona: “Senza proroga molti interventi non partiranno”

In tal senso, il vicecapogruppo del Partito Democratico Mario Giambona ha presentato una mozione al presidenza della Regione Renato Schifani con la richiesta di interfacciarsi nell’immediato con la premier Giorgia Meloni, ma anche con la Commissione europea affinché si concretizzi la volontà portare avanti nella risoluzione, e dunque concedere più tempo per la realizzazione delle opere del Pnrr.

Mario Giambona

La risoluzione approvata dall’Eurocamera per chiedere una proroga di 18 mesi nell’utilizzo delle risorse del Pnrr – ha dichiarato il deputato dem – rappresenta una potenziale boccata di ossigeno, soprattutto per territori come la Sicilia, dove i ritardi accumulati da comuni ed enti locali rischiano di compromettere definitivamente l’attuazione di progetti strategici per la nostra Regione. In Sicilia i ritardi nella spesa dei fondi derivano anche da una strutturale carenza di personale tecnico e amministrativo nei comuni, nonostante le misure di supporto previste dal Pnrr. È evidente che senza questa proroga, molti interventi rischierebbero di restare incompiuti o addirittura di non partire mai“.

Suscita però scalpore la posizione espressa dal Commissione europea Raffele Fitto: “Una dichiarazione che mi lascia basito – ha aggiunto Giambona –, e che solleva interrogativi legittimi: c’è forse la volontà, da parte del Governo Meloni, di dirottare queste risorse su altri capitoli di spesa come il riarmo o su altre regioni? Bisogna evitare che le risorse Pnrr vadano perdute. È una questione di responsabilità istituzionale e di giustizia territoriale“.

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