Nel 2024 in Italia sono stati diagnosticati circa 13.000 nuovi casi di melanoma cutaneo, di cui 7.069 tra gli uomini e 5.872 tra le donne. Questa cifra rappresenta un aumento di circa il 30% rispetto al 2023. Nonostante la crescente incidenza, la buona notizia è che oggi il tasso di sopravvivenza a 5 anni è elevato: circa l’88% per gli uomini e il 91% per le donne.
Questo quadro epidemiologico evidenzia una duplice urgenza: aumentare la diagnosi precoce e continuare a potenziare l’efficacia delle terapie. In questo contesto, è fondamentale capire quando un nevo richiede attenzione medica.
“I nevi melanocitari sono lesioni cutanee pigmentate generalmente benigne. Tuttavia, alcune modificazioni, soprattutto quelle individuabili con la regola dell’ABCDE, possono essere segnali di pericolo”.
A dichiararlo è Maria Rita Bongiorno, professore ordinario di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse all’Università di Palermo, direttore dell’UOC di Dermatologia e MTS del Policlinico per il PROMISE, il Programma Mattone Internazionale Salute, che nel quadro delle sue attività di promozione della salute sostiene iniziative volte alla sensibilizzazione e alla prevenzione dei tumori cutanei attraverso campagne educative, collaborazione tra sistemi sanitari europei e diffusione delle buone pratiche cliniche.
Regola ABCDE per identificare i nevi sospetti
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A – Asimmetria
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B – Bordi irregolari
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C – Colore variegato
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D – Dimensioni superiori ai 6 mm
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E – Evoluzione nel tempo
“Un nevo non va considerato sospetto solo perché è più scuro – sottolinea Bongiorno – ma se cambia colore, forma, dimensione o presenta più sfumature al suo interno. Anche sintomi come prurito o sanguinamento devono essere valutati da un dermatologo”.
Chi è più a rischio
“Le persone con pelle chiara, occhi chiari e capelli rossi o biondi hanno un rischio maggiore, così come chi ha molti nei, soprattutto se atipici o irregolari”, spiega la professoressa. “Anche la familiarità per melanoma o la presenza di nevi displastici sono elementi da considerare con attenzione.”
Controlli regolari e auto-monitoraggio
“La visita dermatologica è raccomandata almeno una volta all’anno, ma nei soggetti a rischio anche ogni sei mesi – precisa -. L’auto-osservazione resta un gesto semplice ma fondamentale: nessuno conosce la propria pelle meglio di noi stessi – conclude -. Non bisogna spaventarsi, ma imparare a osservare. Davanti a un dubbio, è sempre meglio rivolgersi a uno specialista”.