“Con la segreteria Letta, il Pd deve e può diventare il partito di riferimento per la difesa dei diritti. Per il dopo-Draghi, serve creare una campo largo per avere il massimo consenso: Pd, la sinistra, i movimenti civici e il M5s se ci sta. Al tempo stesso bisogna fare appello agli elettori che non possono appiattirsi sulle posizioni di Salvini”. Così Leoluca Orlando dopo lo strappo con Iv e le dimissioni di ieri, chieste dal sindaco di Palermo, dei due assessori ‘renziani’.
“Dopo una settimana di nervosismo, di delibere dell’amministrazione non trattate o bocciate con i voti di Italia Viva si era creata una crisi amministrativa che non consentiva più indugi. E’ chiaro che si voleva azzoppare il cambiamento. Ci sono stati comportamenti irresponsabili con un grave danno per la città, ecco perché ho deciso di fare chiarezza. Adesso ci sono due organismi: la giunta e il Consiglio. Faccio appello affinché tutti s’impegnino al massimo: se ci saranno delibere che non piacciono si presentino pure emendamenti per modificarle ma smettiamola di bloccare tutto. Basta con i Consiglii comunali trasformati in processi ai dirigenti comunali”, continua il sindaco.
“E’ stato bocciato il piano triennale per le opere pubbliche senza portare un emendamento correttivo o modificativo- aggiunge -. Il presidente del Consiglio comunale (Salvatore Orlando) ha convocato l’aula senza avvertire nessuno, mettendo ai voti il piano nonostante la richiesta di sospensione, per potere trovare accordi. Così facendo è stato bloccato un lungo elenco di opere: 242 milioni per la riqualificazione, 90 mln per il centro storico, 58 mln per le periferie, 20 mln di fondi Fesr, 45 mln per i parcheggi e tanti altri interventi”.
E ancora: “C’è un lungo elenco di delibere ferme all’ordine del giorno riguardano i centri commerciali naturali, l’uso dei beni comuni, la gestione die beni sequestrati e confiscati alla mafia, botteghe e mercato storici. E’ stata bocciata la delibera per la sospensione delle sanzioni agli operatori economici”.
“Agli assessori Costumati e Piampiano – conclude il sindaco – ho chiesto di scegliere. Io ora vado avanti, assumendo le mie responsabilità, se devo cadere cadrò in piedi”.