In Sicilia arriva la settimana più calda dell’estate. E no, non stiamo parlando delle temperature certamente afose, ma del clima rovente che in queste ultime settimane si vive all’Assemblea regionale siciliana. Domani torneranno a riunirsi le Commissioni e riprenderanno le sedute a Sala d’Ercole, ma i dubbi sul sereno e regolare svolgimento dei lavori tra le mura di Palazzo dei Normanni sono leciti.
Consorzi di bonifica, nuova rete ospedaliera e variazione di bilancio: sono questi i tre macigni che rischiano di “rovinare” la pausa estiva ormai alle porte e persino il quieto vivere del Governo regionale che, alla luce degli scandali politici, sta vivendo uno dei periodi più difficili dall’avvio dell’attuale legislatura. Tre passaggi e tre tasselli da tenere ben in mente, perché da quest’ultimi dipenderà il futuro politico della Sicilia, che ad oggi fatica a trovare un suo stabile equilibrio.
Cerchiamo di capirne il perché.
I lavoratori dei Consorzi di bonifica sono in rivolta, ma le opposizioni vogliono Schifani in aula
Partiamo dai lavori in aula. L’ostruzionismo è stato il grande protagonista dell’ultima seduta di mercoledì a Sala d’Ercole, dove è iniziata, se così si può dire, la votazione del ddl sul riordino dei Consorzi di Bonifica. Si fa per dire, considerando che alla fine non è stato votato neanche un articolo. Un epilogo, però, che non ha sorpreso, dopo la lunga e fumantina conferenza dei capigruppo. Le opposizioni sono state inamovibili: “O Schifani viene in aula o faremo ostruzionismo“. E così è stato. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno unito le forze e sono pronti a ripetersi anche nella giornata di domani. Una presa di posizione che molti componenti della maggioranza hanno additato come pretestuosa (CLICCA QUI).
Una precisazione, però, è d’obbligo. Per il governatore dell’Isola, Renato Schifani, si è trattata di “un’assenza giustificata”, trovandosi a Roma per firmare l’accordo di programma che disciplina gli impegni amministrativi e finanziari per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Il presidente della Regione, d’altronde, ha sempre presenziato nei momenti più importanti o incerti. Una condizione, quindi, che non esclude la sua possibile partecipazione di domani in aula, proprio per liberare quest’ultima dall’impasse e scongiurare lo stop alla riforma attesa ormai da decenni.
La paura di un nuovo rinvio, inoltre, ha spinto i lavoratori dei Consorzi di Bonifica ad alzare la voce. “I deputati dell’Ars trovino la giusta via e approvino la riforma dei consorzi di bonifica, una riforma necessaria per l’agricoltura siciliana, per la stabilizzazione dei lavoratori e per la continuità occupazionale del personale“. E’ l’appello lanciato dai segretari di Flai Cgil, Fai Cisl e Filbi Uil regionali, Tonino Russo, Adolfo Scotti ed Enzo Savarino, che hanno confermato, per domani, martedì 22 luglio, un presidio in piazza Parlamento a sostegno del varo della riforma assicurando la continuità lavorativa per tutti gli addetti dei Consorzi.
Le polemiche e i dubbi sulla nuova rete ospedaliera
In un contesto così burrascoso, sarà strano ammetterlo, ma maggioranza e opposizione sono concordi e in sintonia su una cosa: la bozza del piano della nuova rete ospedaliera 2025, così come redatto, non va bene.
Dopo l’audizione, di due settimane fa, in VI Commissione Salute, presieduta da Pippo Laccoto (Lega) (CLICCA QUI), in cui l’assessore Daniela Faraoni (CLICCA QUI) e il dirigente generale del dipartimento regionale della Pianificazione strategica Salvatore Iacolino hanno presentato la relazione con le linee guida per la riorganizzazione del sistema sanitario siciliano, le polemiche sono fioccate.
Da destra a sinistra, diverse sono le criticità segnalate. E’ il caso di Pino Galluzzo (FdI) e Giuseppe Geremia Lombardo (MpA), componenti della Commissione Salute.
Il deputato di Fratelli d’Italia, facendo particolare riferimento al Messinese, ha evidenziato la presenza di incongruenze, con l’auspicio “che la versione finale garantirà nel miglior modo possibile il diritto all’assistenza sanitaria nella nostra provincia e terrà adeguatamente conto dei reali fabbisogni. Da parte mia in Commissione Sanità continuerò a fare attivamente da portavoce delle legittime istanze dei sindaci e del territorio” (CLICCA QUI).
Mentre il l’autonomista, ponendo il focus sul presidio ospedaliero di Caltagirone, che abbraccia 15 Comuni del Calatino, ha sottolineato come “la proposta attualmente in discussione va assolutamente corretta. Non si possono potenziare ospedali prossimi all’area metropolitana a discapito di quelli più distanti. Si tratta di uno spreco insopportabile di risorse e di una duplicazione odiosa di reparti, che non tiene conto dei reali bisogni di salute dei cittadini” (CLICCA QUI).
Un appello è anche arrivato dal deputato della Democrazia Cristiana Carlo Auteri, che ha mosso delle perplessità sulla bozza “concepita in un momento storico sbagliato: si ipotizza il potenziamento di Siracusa come Dea di II livello, ma in realtà il nuovo ospedale nella migliore delle ipotesi verrà realizzato nella successiva rimodulazione. Il territorio non può essere mortificato e non si può pensare allo smantellamento di alcuni posti letto tra Lentini e Noto” (CLICCA QUI).
E non solo, l’elenco potrebbe ancora continuare. Insomma, nelle condizioni attuali non vi è un accordo capace di unire tutti, una regola o un indirizzo. Il tanto discusso taglio dei posti letto è stato previsto in funzione dei numeri in discesa della popolazione: 450mila in meno rispetto al 2019. A venir meno sarebbero 365 posti, ma che in realtà non dovrebbero creare grossi problemi, considerando che alcuni di questi non sono stati ancora attivati. Ma ad essere contestata è anche l’assenza di “dati sulla migrazione sanitaria. Se non si comprende, per cosa, da dove e verso dove si scappa per curarsi fuori dalla Sicilia con un esborso di 400 milioni di euro per le casse regionali è impossibile per noi dare un ragionato parere sulla rete ospedaliera che proprio su questi numeri dovrebbe basarsi per ricostruire una sanità degna di questo nome“. Ha contestato il capogruppo del M5S all’Ars e componente della VI Commissione Antonio De Luca.
Secondo indiscrezioni raccolte tra i corridoi di Palazzo dei Normanni, sarebbe stata più auspicabile un’azione più coraggiosa, considerando uno dei problemi più gravosi della sanità siciliana: la carenza di medici. Dunque una nuova prospettiva che parta dall’accorpamento dei reparti, eliminando quelli che sarebbero meno in funzione nei piccoli ospedali e accorpandoli con quelli delle strutture più grandi. Ma secondo i più “maligni”, il problema sarebbe legato a questioni ancora più complesse, imputando all’assessore Faraoni “una scarsa empatia”, accusata di “non considerare le visioni e i suggerimenti di tutti i deputati”, sussurra qualche parlamentare di centrodestra.
Insomma, è evidente che siamo davanti a giorni di grande nervosismo. Nelle condizioni attuali, secondo le indiscrezioni raccolte, è plausibile che non vi siano neanche le condizioni per esprimere un parere positivo in VI Commissione.
Chissà che variazioni dell’ultimo minuto non ribaltino completamente lo stato d’animo dell’Assemblea.
E la variazione di bilancio?
Non va di certo meglio in tema di variazione di bilancio. La manovra da 345 milioni di euro, come anticipato nei giorni scorsi (CLICCA QUI), non avrebbe convito esattamente tutti, soprattutto in alcuni punti, considerati in più rispetto ai temi di carattere emergenziali e ai tre macro-argomenti che gravitano su sicurezza, welfare e Pil. Nell’occhio del ciclone sarebbero finiti l’acquisto di nuovi immobili per gli uffici regionali e i debiti legati ad alcune società della Regione (CLICCA QUI). Una cosa è certa. Oggi, in quasi tutte le Commissioni, scadrà la possibilità di presentare gli emendamenti, mentre domani si procederà con la votazione.
Il presidente della Regione Renato Schifani spingerebbe affinché la manovrina ter vada in porto, ma i dubbi su alcuni articoli e l’incertezza che si respira tra le mura di Palazzo dei Normanni, a causa delle indagini in corso sul presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e l’assessore al Turismo Elvira Amata, non escludono un possibile rinvio a settembre.
Insomma, unendo tutti i puntini è evidente come la settimana appena iniziata potrebbe rivelarsi decisiva per la vita della politica siciliana.