In merito alla vicenda relativa alle segnalazioni su alcuni dipendenti dello stabilimento balneare Italo belga di Mondello, a Palermo, dall’assessorato regionale del Territorio e ambiente precisano quanto segue.
“La Regione Siciliana, prima di rilasciare qualsiasi concessione demaniale marittima, richiede la certificazione antimafia alle Prefetture territorialmente competenti attraverso la piattaforma Bdna (la Banca dati nazionale antimafia). L’amministrazione, che non ha competenza in merito, si attiene alle valutazioni delle Prefetture.
L’assessorato al Territorio e ambiente, lo scorso 23 settembre, ha attivato una verifica sulla eventuale presenza nelle società concessionarie, con finalità turistico ricreative, di soggetti che non hanno i requisiti antimafia.
È stato chiesto a tutti i concessionari del demanio marittimo, per i quali è intervenuta una modificazione nell’assetto societario o gestionale dell’impresa, di trasmettere entro 7 giorni la documentazione comprovante l’avvenuta comunicazione al prefetto dei nominativi di eventuali soggetti destinatari di verifiche antimafia, nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 86 del Dlgs 159/2011″.
La risposta della società
Il presidente e amministratore delegato della Mondello immobiliare Italo-Belga, Antonio Gristina, ha scritto al prefetto di Palermo chiedendo di essere “convocato per essere ascoltato” per “fornire più approfonditi chiarimenti” sulla società al centro di polemiche su presunte “opacità” e “concordare iniziative alternative” nei confronti dei quattro lavoratori che, secondo notizie giornalistiche, sarebbero legati con un condannato per mafia, “sconosciuto alla società”, alla luce del “loro stato di incensuratezza e dell’assenza di richiami disciplinari a loro carico”.
Gristina sottolinea come l’accusa di “opacità” legata alla sede legale all’estero è “paradossalmente la storia della società: costituita il 10 agosto del 1909 a Bruxelles con la denominazione ‘Les tramways de Palerme’. La società ha “acquistato, con atto del 28 dicembre 1910 dal demanio dello Stato 280 ettari di terra” ed è ancora titolare di una “parte residuale e contribuisce, oggi come in passato, insieme alla parte preminente dei servizi balneari, mai subaffittati, alla definizione diretta dei fatturati aziendali”. Gristina ricorda che la società per ottenere “l’estensione della validità della concessione demaniale nell’agosto del 2020 ha allegato la certificazione antimafia, riscontrata dall’amministrazione”. Lo stesso è avvenuto, nel 2022, per altre due società: la Siat, controllata al 96% circa dalla Mondello immobiliare Italo-Belga Spa, e la Mida srl.
Sui dipendenti e sull’ipotesi di presunte infiltrazioni mafiose, Gristina sottolinea che “la società assume principalmente personale stagionale locale, spesso ciclicamente impegnati in funzione dell’esperienza acquisita” e il fatto che “quattro degli oltre 100 dipendenti, che non hanno mai avuto un ruolo di gestione, siano risultati, secondo fonti giornaliste, legati a un condannato per mafia, sconosciuto dalla società, non può essere automaticamente indice di cointeressenze o di condizionamento”.
Sulla posizione di “Bartolo Genova, non più dipendente dal 2010 quando è stato licenziato per giustificato motivo dopo il suo arresto” Gristina precisa che “non ha mai gestito alcuna società aziendale, tanto meno il ristorante ‘Charleston’, come riportato dagli organi di stampa, che è stato sempre affidato a soggetti terzi che ne hanno curato direttamente la gestione”.