“Siamo garantisti. Il presidente della Regione ha voluto dare un segnale di discontinuità rispetto a quelle che sono ancora delle ipotesi e chiaramente lo ha voluto dare nel segno della trasparenza e della legalità, però, ripeto, rispetto a quello che ancora si legge. Non abbiamo carte, non ci sono elementi certi, ci sono delle ipotesi e il presidente ha voluto prendere le distanze rispetto a quelle che sono delle ipotesi. Qualora le cose dovessero evolvere in maniera differente, ci potrebbero essere anche dei ripensamenti“. Così il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno ha commentato la decisione assunta ieri dal presidente della Regione Renato Schifani di escludere dalla giunta regionale i due assessori in quota DC, Nuccia Albano e Andrea Messina.
“Oggi – ha ribadito Galvagno – dobbiamo pensare a portare a casa la Finanziaria. Potrebbe essere il terzo anno consecutivo che non andiamo in esercizio provvisorio. Non mi pare che ci siano dei precedenti. Ci auguriamo che ci sia, in un momento di difficoltà, senso di responsabilità. L’interesse di ognuno di noi è soltanto quello della Sicilia e dei siciliani“.
Il presidente dell’Ars ha risposto anche in merito all’ultima seduta di Sala d’Ercole. Saltato il numero legale, infatti, l’aula si è espressa solo sui debiti fuori bilancio del mese di aprile, lasciando in sospeso quelli relativi ai mesi di maggio, giugno, luglio e agosto. “La settimana scorsa si è votato il debito fuori bilancio che aveva all’interno un emendamento di circa 100 milioni di euro, uscito dalla Commissione Bilancio, che portava dal Fondo Pensioni queste risorse. Ha dato la possibilità di poter alleggerire la Finanziaria 26-28. Gli altri debiti fuori bilancio, in funzione del fatto che mancava il numero legale, per uno o per due deputati, che può accadere, non si sono votati. Certamente non mancherà occasione di poter ripresentare e votare. Anzi, l’Assemblea regione siciliana, in questa legislatura, ne ha votati parecchi i debiti fuori bilancio e ha evitato così di poter pagare eventuali sanzioni e interessi che, invece, avrebbero potuto pagare se non li avessimo votati. Ci auguriamo che ci possa essere una maggiore partecipazione nelle sedute a venire e non dover rimandare dei voti che certamente sono importanti“.




