“La ripartenza dopo un anno di pandemia necessiterà di tempo, al momento è decisamente lenta e certamente stiamo andando incontro ad una stagione che si porrà come un momento di transizione. I ristoratori vogliono tornare a lavorare ma adesso sono anche più cauti del previsto dopo le tante vicissitudini che ci hanno colpiti e che ci hanno insegnato tanto nell’emergenza Covid tra aperture e chiusure, riaperture e altre chiusure, con tante restrizioni che hanno poi portato questa categoria ad essere il più penalizzato”. Lo afferma il presidente nazionale della Fip, la Federazione Italiana Pizzaioli, Giuseppe Santoro. Il “re della pizza”, volto leader del settore nel territorio di Giardini Naxos e Taormina e della zona ionica e Valle Alcantara, così commenta le aspettative degli operatori della ristorazione nel momento in cui stanno per tornare in attività anche coloro che dispongono di spazi al chiuso.
“Il settore della ristorazione è senza alcun dubbio una parte fondamentale dell’economia del nostro Paese, è orgoglio e vanto dell’Italia nel mondo ma è paradossale che anziché sostenerlo e consentire una riapertura in sicurezza si sia atteso così tanto, lasciando tanti ristoratori e altrettante famiglie in una condizione di grande difficoltà, con i ben prevedibili pesanti riflessi in termini poi occupazionali. La politica doveva assumersi con altre scelte e altri modi la responsabilità di mettere in sicurezza questo settore. E’ mancata la necessaria attenzione da parte della politica ma anche un raccordo tra le Istituzioni, da quelle centrali a quelle regionali e locali. Bisognava confrontarsi e tracciare un percorso. Il coprifuoco ha acuito ulteriormente la crisi, e ancora adesso non sappiamo se a luglio o agosto ci sarà, se si chiuderà alle 23 oppure a mezzanotte o in quale altro orario. Chi fa impresa ha l’esigenza di programmare, non si può improvvisare e non si può contrastare la crisi con scelte estemporanee e logiche improvvisate. Quelli che facciamo impresa, oggi più che mai, siamo dei coraggiosi, degli impavidi, per molti versi dei “gladiatori”“.
“C’è voglia di fare e di dare slancio all’aspettativa della ripartenza, ci stiamo mettendo tanta determinazione ma le chiusure di alcune frontiere, almeno per questa stagione, non fanno ben sperare. Si cerca del personale in tante attività, ma allo stesso tempo si rallentano poi le assunzioni e non per colpa di chi ha un’azienda ma per l’assenza e per i paradossi dello Stato. Siamo di fronte ad un Paese dove i sostegni in parte non sono mai arrivati, e nel quale regna la burocrazia, imperano le tasse e per di più chi cerca dei dipendenti si trova a doverli convincere perché magari preferiscono continuare a percepire sostegni come il Reddito di Cittadinanza. C’è amarezza anche perché nessuno si batte con determinazione per i diritti dei cittadini, a partire dall’abolizione di imposte comunali e tasse statali per il 2020/21 che sarebbe stata una cosa di buon senso. Mettere in atto una moratoria sarebbe stato un gesto di grande attenzione e di aiuto reale verso chi non ha lavorato per un anno intero. E per di più stiamo, anzi, assistendo alla beffa della tassa sui rifiuti, imposta a chi è rimasto chiuso la scorsa stagione, e poi le bollette di gas, luce e acqua che sono continuate ad arrivare, azzerando i conti di tante imprese (e famiglie) ormai al collasso”.
Poi Santoro si sofferma sul piano vaccinale: “La scelta dei vaccini e stata una buona mossa per l’estate, forse però avviata in ritardo per far ripartire una macchina come quella del turismo che in dei territori come il nostro vive di un turismo stagionale, specie nel comprensorio di Taormina e Giardini Naxos o anche nelle Isole Eolie e in altre zone dell’isola. Se oggi dovessi posizionare il settore della ristorazione e dell’accoglienza nel nostro Paese, non avrei dubbi nel dire che sia il settore che più di tutti ha perso e continua a perdere al momento in termini di fatturati e posti di lavoro”.
“Ci aspetta un’estate particolare come l’anno scorso e sarà una stagione mordi e fuggi, weekend pieni e sofferenza durante la settimana, presenze straniere al momento non se ne vedono o sono poche, qualche nave da crociera sta arrivando settimanalmente ma con una presenza timida. Siamo molto lontano dai numeri che si vedevano, invece, nella ripresa economica del 2018/19. Stiamo registrando numerose comunicazioni di aperture di importanti catene alberghiere, ma al momento nessuno ha il pienone e solo una parte dei dipendenti è stata riassunta. Non ci resta che sperare in una stagione stabile, che ci aiuti almeno a recuperare parte degli introiti persi in questi mesi. Sperando che ciò che accada in altre nazioni in questo momento: vedi India, Australia, Cina, e che non si debba tornare, come qualcuno profetizza, in un lockdown alla fine di settembre”.