“Il progetto del Palermo calcio di costruire il proprio centro sportivo sull’area dell’ex campo Rom sembra non essere una soluzione percorribile”.
È quanto venuto fuori dalla riunione tenutasi negli uffici dell’assessorato Territorio ed Ambiente fra Comune, Regione e i rappresentanti della società rosanero.
Un altro dei capisaldi del bando sottoscritto a luglio dal management della società sembra quindi incontrare difficoltà. Dopo l’insuccesso dell’azionariato popolare, la dirigenza palermitana si trova a far fronte alle lungaggini burocratiche e alla normativa in tema di impiantistica.
Stadio e centro sportivo costituivano due leitmotiv di grido nel programma di Hera Hora. Se il marketing e la pubblicità sono il pane quotidiano di Dario Mirri, nel settore immobiliare e delle grandi opere è Tony Di Piazza ad avere una certa familiarità.
Sicuramente, negli USA, le cose funzionano diversamente. Qui invece sembra che servirà molto tempo e tanta fatica per realizzare opere di cui in molti hanno parlato in tanti in questi anni ma che nessuno è riuscito ancora a portare a termine.
DUE LE ALTERNATIVE
Difficoltà oggettive e burocratiche, di cui forse non si era tenuto conto. A chiarire la situazione è l’assessore al Territorio e all’Ambiente della Regione Siciliana Totò Cordaro, che spiega: “La Regione sta coordinando e continuerà a coordinare i lavori. Il Comune ha ribadito che una parte dell’area dell’ex campo Rom è preposta a verde pubblico attrezzato alla pubblica fruizione“.
Il riferimento è a quella che, nel Piano Regolatore Generale dell’urbanistica comunale, viene definita zona F, ovvero l’insieme delle aree nelle quali vi è la presenza di vegetazione distribuita sul territorio e su cui la presenza di attrezzature deve essere subordinata alla fruizione da parte della cittadinanza.
“Constatata la situazione – sottolinea Cordaro -, la Palermo calcio ha perso interesse nell’area vista l’impossibilità di realizzare il progetto previsto. Si stanno valutando soluzioni alternative in zone circostanti e verranno effettuati dei sopralluoghi nei prossimi giorni per valutare la situazione. La prossima riunione è prevista per il 30 gennaio per capire il da farsi”.
In particolare, sono due le possibili opzioni su cui si sta valutando di ripiegare, sulle quali al momento vige però il massimo riservo.
All’interno del parco della Favorita tuttavia, sono già presenti alcune strutture destinate all’attività sportiva, in particolare a quella calcistica.
Il pensiero va ad esempio allo storico campo Malvagno, posto proprio nelle vicinanze del campo Rom, o all’area che ospita il c.d. campo Bianco, utilizzato come centro di allenamento da alcune squadre dilettantistiche e realizzato nelle vicinanze dell’Ippodromo.
Difficile capire quali siano le reali alternative all’area in oggetto. Ad esempio, i terreni nei pressi di Carini, chiesti in passato anche da Zamparini, sono stati destinati alla costruzione dell’Ismett-2 da parte della Regione Siciliana.
LA RISERVA NATURALE E IL VINCOLO PAESAGGISTICO
Altro problema riguarda il tema del vincolo paesaggistico. Il terreno si trova infatti nei pressi della riserva naturale del Parco della Favorita, polmone verde della città. Una situazione ingarbugliata, che richiederebbe soluzioni complesse da mettere in pratica, fra cui il possibile ricorso ad una legge regionale.
L’articolo 823 del codice civile prevede infatti che “i beni che fanno parte del demanio pubblico sono inalienabili e non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi, se non nei modi e nei limiti previsti dalle leggi che li riguardano“.
Una possibile alternativa a questa soluzione è data dal ricorso al diritto di superficie. In questo caso, il Comune manterrebbe la proprietà del terreno, cedendo invece i diritti della costruzione alla società di Dario Mirri e Tony Di Piazza. Una soluzione a cui è ricorsa, ad esempio, la Juventus con il progetto dell’Allianz Stadium.
Ma i vincoli relativi alla riserva naturale rimangono e i precedenti non sono dei più positivi. Si ricorda ad esempio quando, durante l’era Zamparini, non fu concesso il posizionamento di un maxischermo sopra la gradinata in quanto copriva o comunque limitava la visione di Monte Pellegrino. In quel caso, la società fu costretta ad optare per i due tabelloni ancora oggi messi in curva.
IL NO DI LEGAMBIENTE
Sicuramente alla costruzione del centro sportivo nell’area in oggetto è contraria Legambiente Palermo.
Intervenuta ai nostri microfoni, la presidente del circolo di Palermo, Vanessa Rosano, non ha dubbi sul tema: “La nostra posizione è in linea con quanto detto dal coordinamento regionale. Esprimiamo stupore relativamente alla proposta di cedere un’area che già era stata utilizzata per uno scopo lontano dalla sua natura di riserva naturale ai privati. Tralasciando il vincolo di riserva naturale, vi è anche quello storico e paesaggistico. Siamo orientati sull’ottica di una riqualificazione dell’area da destinare al pubblico utilizzo”.
Una posizione, quella del movimento ambientalista, che ha fatto insorgere i tifosi rosanero.
I supporter palermitani si sono scatenati sui social in una polemica senza quartiere. L’attacco, mosso dalla tifoseria, riguarderebbe il presunto silenzio passato dell’associazione sulla presenza del campo Rom.
Un argomento sul quale la presidente Rosano sottolinea che: “Non si possono paragonare le mele alle pere. Relativamente alla presenza dei Rom, si parlava di temi quali l’emergenza abitativa e di illeciti edilizi. Qui parliamo di un’area in cui dovrebbero essere messe delle strutture in cemento che potrebbero determinarne il futuro in maniera permanente. È un’area vicina alle case, è molto frequentata da sportivi e cittadini vista la presenza del parco Florio. Perché si pensa di cedere il terreno ai privati invece di ricollegarlo al parco e renderlo fruibile a tutti?“.
Un tema delicato, sul quale la rappresentante di Legambiente chiede fermezza da parte delle istituzioni: “Noi confidiamo che da queste interlocuzioni emerga che non è possibile realizzare il progetto. Se così non sarà, metteremo in campo una campagna di sensibilizzazione sul tema”.
CENTRO SPORTIVO PRIORITÀ PER LA CITTÀ
Una posizione strategica quella dell’ex campo Rom, in quanto potrebbe costituire un continuum di quegli impianti già presenti nella zona, come ad esempio lo stadio Renzo Barbera o lo stadio delle Palme.
In una città come Palermo, il centro sportivo non solo è una priorità ma anche una grande opportunità per i ragazzi che vogliono fare sport e per i tecnici laureati in scienze motorie in cerca di lavoro ed esperienza professionale.
Ed è per questo che il presidente di “Palermo al Vertice”, Giorgio Lo Canto, auspica che l’idea non venga messa nel dimenticatoio.
“Il progetto è sicuramente degnodi merito e andrebbe valorizzato. Esso rappresenta una grande opportunità per i ragazzi della nostra città. Vediamo piano piano come evolve la situazione, ma l’obiettivo deve essere quello di realizzare un’opera importante come questa. La speranza è che si tenga viva l’idea, se ne parli al fine di trovare una soluzione fattibile che ne permetta la realizzazione“.
Sulla stessa linea si pone il coordinatore cittadino di Diventerà Bellissima, Eduardo De Filippis. “La realizzazione del Centro sportivo del Palermo valorizzerebbe l’area dell’ex campo Rom, reduce da anni ed anni di incuria. Tutti noi siamo a favore della difesa del verde del parco della Favorita, tuttavia non comprendiamo il “no” aprioristico al progetto da parte di Legambiente Sicilia“.
“Comune, Regione e società sportiva, infatti, nel corso del tavolo tecnico stanno proprio esaminando approfonditamente la questione, in modo da trovare la soluzione più idonea anche dal punto di vista normativo e burocratico”, chiosa De Filippis.
La prossima riunione è stata convocata per il 30 gennaio. Solo a quel punto si capirà se ci saranno speranze di ricalcare quanto fatto a Catania con Torre del Grifo.