Il Consiglio dei ministri nella seduta di giovedì 23 gennaio ha deliberato di impugnare la legge della Regione Siciliana di novembre sugli assegni vitalizi che spettano agli ex parlamentari regionali e ai loro eredi.
Si tratta del cosiddetto “taglio soft” che era stato varato dall’Ars su indicazione del presidente Gianfranco Miccichè non senza polemiche.
Il governo Conte ritiene che “Alcune disposizioni riguardanti i trattamenti previdenziali e i vitalizi del presidente della Regione, dei consiglieri e degli assessori regionali violano il principio di uguaglianza e ragionevolezza, sancito dalla Costituzione, nonché i principi di coordinamento della finanza pubblica e di leale collaborazione”.
L’impugnativa della norma sui vitalizi riguarda solo i commi 12 e 13 della legge
La norma varata dall’Ars il 27 novembre prevede il cosiddetto “taglio progressivo” dei vitalizi: del 9 per cento per gli assegni diretti e di reversibilità entro i 37 mila euro annui, del 14 per cento per quelli sopra questa cifra, e del 19 per cento per i vitalizi sopra i 60 mila euro. Taglio limitato a 5 anni.
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