Carissimi,
dovremmo diffidare da chi chiede “pieni poteri” o si attribuisce “pieni poteri nell’interesse della collettività”, non siamo tutti uguali (forse soltanto davanti gli occhi di Dio), ognuno di noi ha la sua storia e il suo pensiero.
Non possiamo pretendere, seppur indottrinato, un unico pensiero o addirittura di non pensare.
Ho dubitato sempre da chi si è messo in prima fila e abbia detto: “Ci penso io!”
Qualunque sistema elettorale che elegga un uomo solo al comando, non mi convince più, lo trovo solo come un alibi sulla “governabilità”. Mi spiego meglio. Oggi chiunque giunga ai vertici della politica, anche quando non possegga un carisma, una storia, uno spessore da statista, prova a chiedere per sé i pieni poteri per poter governare, visto che il dissenso diventa un ostacolo, anche dopo aver scelto per nomina i suoi compagni di viaggio.
Oggi si vota continuamente senza incidere sulla guida del paese visto che sovente le coalizioni e le alchimie utilizzate per governare si discostano da quelli che sono gli esiti delle urne.
Oggi si cerca di governare il paese demonizzando l’avversario politico invece di dimostrare con il proprio operato di essere più bravo del “competitor”.
Oggi non vince mai nessuno perché il risultato viene sovvertito, perché ci si mette in attesa degli esiti della prossima competizione elettorale per valutare il peso di una alleanza, diciamolo meglio, abbiamo dei politici bravi a fare le campagne elettorali, ma pessimi nel governarne gli esiti.
Nella mia mente matematica e razionale mi sono sempre chiesto perché non si sia mai pensato di concentrare tutte le competizioni politiche e amministrative in uno stesso giorno, lasciando la mente serena a chi è stato eletto per governare un intero mandato. La politica saprebbe che ogni cinque anni dovrebbe chiedere il consenso popolare per amministrare il tutto. Dall’indomani governo nazionale, sindaci e presidenti delle amministrazioni locali dovrebbero lavorare fino alla scadenza quinquennale, tornando dalla gente per il giudizio elettorale sul loro operato alla fine naturale dei mandati.
Purtroppo con queste continue competizioni elettorali con scadenze diverse, con questi cambi di casacca dopo eletti e diciamolo pure, con l’improvvisazione di chi si candida per trovare un posto di lavoro, facciamo sì che vi sia “l’ingovernabilità” e allora chiediamo maggiori poteri.
Ma voi vi immaginate a cosa porterebbero i maggiori poteri per la guida di un baraccone come quello in cui è stato ridotto il nostro paese?
Vivere insieme significa arricchirsi delle diversità senza necessariamente andarle a cercare oltre mare, anche a casa nostra ci sono “profughi” e disagiati nativi.
Pertanto non mi convince più e lo dico da tempo, un sistema elettorale che elegga un sindaco o un governatore che diventa padrone del tutto per la durata del suo mandato.
Si può non essere d’accordo senza esser confinato nell’angolo? Si può dissentire senza essere offeso?
Questo non è pensare né di sinistra, né di destra, lo dico a coloro che soltanto per non dimenticare vivono nella paura di contesti lontani un secolo.
Atteso quanto diceva il buon Bracardi quando asseriva che “l’uomo è una bestia”, nella sua bestialità questi, sbaglia sempre allo stesso modo. Pertanto, la memoria non deve essere soltanto rancorosa, ma deve servire per capire e andare avanti per non commettere gli stessi errori.
Conoscendo bene l’essere umano se ne possono comprendere le debolezze e il capire perché di certe nefandezze, ma perdonare certamente è un’altra cosa, lì bisogna essere profondamente religiosi.
In questi giorni dedicati alla memoria della Shoah, quanto di più bestiale sia accaduto negli ultimi secoli, sentivo il racconto di una sopravvissuta che narrava che tutte le violenze sadiche e animali sui prigionieri dei campi, venivano fatte da altri prigionieri scelti dai nazisti per governare il campo di concentramento e dai Kapò, sotto la supervisione degli ufficiali delle SS.
Questo è terribile per me, perché fa il paio con il vicino di casa che ti denunziava per rubarti i tuoi pochi averi. Ciò mi conferma che dietro a chi riesce a governare e spingere un popolo nell’abisso indottrinando folli ideologie c’è sempre la pochezza dell’essere umano che diventa animale davanti all’accumulazione della “roba”. Probabilmente tra qualche anno quando non ci saranno più sopravvissuti, qualcuno per interesse spingerà nell’oblio queste storie e quindi è per questo che non dovremo mai dimenticare il danno che fa la prepotenza, sommata all’ignoranza e alla bestialità che può in qualunque momento pervadere un uomo nel suo massimo delirio di onnipotenza. Ecco perché quando mi parleranno di un uomo solo al comando, vorrò pensare soltanto e sportivamente, evocando Ferretti che “la sua maglia è biancoceleste”. Un abbraccio, Epruno.