“Lo stato di salute del commercio palermitano è allarmante. Diminuisce sensibilmente il numero delle attività commerciali al dettaglio e si continua ad andare nella direzione di una desertificazione commerciale“.
Lo dicono i dati contenuti nell’analisi “Demografia d’impresa nelle città italiane“, realizzato dall’ufficio studi nazionale di Confcommercio, prendendo in considerazione 120 comuni italiani e confrontando i dati tra il 2008 e il 2019.
Palermo è agli ultimi posti in numerose graduatorie merceologiche, sia che si parli di centri storici che della complessiva area cittadina: il saldo negativo è pari al 20% circa.
Anche nel capoluogo siciliano però, in linea con il resto d’Italia, è in crescita il dato relativo alle attività turistiche e ricettive come alberghi, bar e ristoranti. Fra i dati palermitani in netta controtendenza c’è quello sui venditori ambulanti che sono quasi triplicati nel centro storico, passando dai 212 del 2008 ai 639 del 2019.
“Questo è uno dei tanti segnali preoccupanti del report – commenta Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo – perché conferma la rilevante fragilità economica del commercio cittadino che fa sempre più fatica a permettersi una sede fissa“.
“Da anni Confcommercio Palermo porta avanti la battaglia per uno sviluppo armonico delle attività commerciali che non sia solo legato al food e che non si occupi solo dei centri storici – prosegue la Di Dio – Chiediamo una visione “policentrica”, perchè è fuori discussione che ci sono ancora tante aree cittadine da valorizzare per creare attrattività diffusa su tutto il territorio urbano“.