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È carne e spirito delle americhe Frida Kahlo, nella vita così come sul palcoscenico del Teatro Biondo di Palermo, nell’interpretazione di “Viva la vida” di Pamela Villoresi, che ha debuttato, in prima nazionale, nel riadattamento che il regista Gigi Di Luca ha tratto dall’omonimo romanzo di Pino Cacucci.
È stata una prima emozionante ed emozionata per il pubblico e per la stessa direttrice del Biondo che, a termine dello spettacolo – suo malgrado – ha dovuto annunciare la temporanea sospensione delle attività in ottemperanza del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con le Misure per il contrasto e il contenimento del virus COVID-19.
Tornando allo spettacolo, la Frida che si racconta – prima spalle al pubblico e poi occhi allo stesso – è una donna appassionata, forte e fragile al tempo stesso, come abbiamo imparato a conoscerla, che nelle parole del testo teatrale, e nell’interpretazione della Villoresi, trova nuova vitalità e fierezza di esistere, contro tutto e tutti, rispettando l’immagine di donna tenace che da sempre si riconosce alla pittrice messicana.
“Qual è stata la mia rivoluzione? …piangere me stessa?”
Pioggia come lacrime: segni e segnali vengono snocciolati sulla scena mentre da corollario spuntano altre due donne, simboli di vita e di morte: la Pelona (la body painter Veronica Bottigliero) e Chavela Vargas nella voce e musica della brava Lavinia Mancusi. Non manca ovviamente spazio alla presenza, ingombrante, di Diego Rivera amore e tormento della vita di Friducha che scriveva “più mi tradisci, più io ti amo”.
Sono l’uno sostegno dell’altra queste tre donne: spiriti che aleggiano o ricordi di amicizie importanti nella vita di Frida.
Tra spine e rose, indossando il “busto della sofferenza“, dipinto sulla pelle o reale, Pamela Villoresi – in una scena essenziale e molto bella di Maria Teresa D’Alessio – rende viva sul palco l’estreme sofferenza e l’attaccamento alla vita che furono vessilli della pittrice messicana, donna capace di afferrare con determinazione la propria sofferenza elevandola a dimensione poetica.
Il pubblico della prima applaude emozionato.