Nel tempo del Coronavirus pochi sono gli aspetti positivi che, tuttavia, si scoprono giorno dopo giorno in questo isolamento forzato che rallenta vite e attività tutte, facendo emergere quella famigerata “lentezza” che l’autore ceco Milan Kundera esaltò in un suo omonimo testo.
“La velocità è la forma di estasi che la rivoluzione tecnologica ha regalato all’uomo” scriveva Kundera nel suo libro, il primo in lingua francese, e questa considerazione, confrontata con il momento storico mondiale si è palesata come spunto di riflessione per un altro artista, il compositore e musicista palermitano Mario Modestini.
La creatività, si sa, viene pungolata dalla difficoltà apparente ed è per questo che non ci ha stupito sentire dell’ultimo progetto che l’instancabile Modestini, insieme allo scrittore e poeta Piero Longo, ha messo su carta in attesa di poterlo mettere in scena.
Il progetto si intitola “Lentezze… L’intervallo perduto” ed è emerso da una conversazione telefonica tra Modestini e Longo, i quali riflettendo sulle nuove dinamiche di vita dettate dalle norme per il contenimento del Covid-19, si sono ritrovati a condividere pensieri e produzioni.
Dalla lettura dei versi di Longo Modestini ha redatto una composizione di brani a tema con le liriche che si snodano in interplay.
Il progetto – ci ha detto Mario Modestini – affonda le sue radici, o forse è un ulteriore sviluppo, in un’altra sua produzione che risale agli anni ’80, intitolata “L’intervallo perduto“, ispirata al saggio “Elogio della disarmonia” di Gillo Dorfles.
“Allora – ci ha detto Modestini – composi dei pezzi che ad un certo punto si interrompevano creando quell’intervallo di sospensione, inaspettato che richiama molto il momento attuale“.
“Lentezze… L’intervallo perduto” è composto da una parte recitata, che verrà assegnata ad una attrice, e da una selezione di brani, in stile “Slow and Tenderly” esposte in forma rapsodica, dei più celebri ed universali autori del nostro Novecento che vanno da George Gershwin (Love is here to stay) a Cole Porter (In the still of the night), da Erik Satie (Interlude-Bulle) a Borges e Piazzolla (Milonga di Manuel Flòres) passando per Kurt Weill (September song).
Le trascrizioni e gli arrangiamenti sono per voce femminile, arpa e ensemble d’archi.
Di seguito un frammento delle liriche scritte da Piero Longo.
Non c’eri e ti aspettavo.
Era già notte
perché guardavo immobile la stella
mentre il suo carro a tratti si oscurava
perché nuvole andavano natando
come pesci nel mare tutto nero
rincorrendo altre stelle come prede
imprendibil per la lontananza
e tu ch’eri mia preda lentamente
avanzavi qual nuvola inciampando
sulla mia rete fatta di parole
inventate su lingue immaginarie
di bisillabi e suoni misteriosi
che incontravano il canto del tuo corpo.