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Messina, rifiuta il velo islamico e il matrimonio combinato: picchiata

martedì 28 Aprile 2020
violenza donne

Picchiata, insultata e segregata in casa dalla madre e dal fratello perchè non voleva indossare il velo islamico e non voleva sposare un uomo, sconosciuto, del suo paese di origine. E’ successo a Sant’Agata di Militello, in provincia di Messina.

L’indagine è nata in seguito a una richiesta di intervento ricevuta dal commissariato di Sant’Agata a novembre, con la quale si segnalava una violenza domestica ai danni di una donna, giunta al Pronto soccorso con numerosi lividi sul corpo.

Alle domande degli agenti, i familiari della donna hanno risposto che si era fatta male da sola e che il motivo del ricovero era analogo a uno precedente, accaduto mesi prima, anche quello dovuto esclusivamente ai problemi personali della ragazza, come attestato da specifica documentazione medica.

In realtà, entrambi gli episodi erano dipesi, come dichiarato dalla ragazza, dal fatto che i suoi parenti le rimproveravano di avere “uno stile di vita troppo vicino a quello occidentale, di non voler indossare il velo islamico e di avere la gravissima colpa di non voler sposare un uomo sconosciuto”.

La resistenza della donna era diventata motivo di aggressioni verbali e fisiche, confermate dalle intercettazioni. Alla ragazza veniva anche impedito di uscire da sola e le erano state sottratte le chiavi di casa. In un’occasione il fratello, oltre a tirarle i capelli, l’avrebbe colpita con una scopa e la madre le avrebbe legato le mani con delle corde. E’ emerso inoltre che la madre “convinta che la figlia fosse posseduta, con una scusa l’avrebbe portata nel paese d’origine dove un ‘guaritore’ l’avrebbe sottoposta a degli esorcismi per liberarla dal male che la possedeva”.

la polizia ha disposto la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa, emessa dal Gip di Patti, su richiesta della Procura,  nei confronti di due extracomunitari, madre e figlio, accusati di maltrattamenti in famiglia, nella forma aggravata, lesioni e violenza privata in concorso, ai danni di una familiare convivente.

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