Lavoravano con regolare contratto stagionale in hotel e strutture ricettive, ma per l’Inps non sono da considerare dipendenti del settore turistico.
Con questa motivazione l’ente previdenziale ha respinto alcune domande per il bonus da 600 euro, messo a disposizione dal Governo Conte con il cosiddetto decreto “Cura Italia“.
Nella domanda on-line, con riferimento ai requisiti, il sito riportava che i soggetti dovevano essere lavoratori stagionali del turismo e dovevano essere licenziati entro marzo 2020. Ma, nonostante ciò, alcuni dipendenti si sono visti rigettare la pratica. Il problema sembra essere legato ad una questione burocratica, relativa al codice ATECO della domanda.
LA MOTIVAZIONE
“La sua domanda non può essere accolta poiché lei non risulta essere un lavoratore stagionale dei settori produttivi del turismo e degli stabilimenti terminali. Avverso il presente provvedimento lei può proporre azione giudiziaria da notificare alla sede Inps territorialmente competente“.
Con queste poche righe, l’ente previdenziale ha liquidato le domande, dopo due mesi di attesa estenuanti. “L’esito negativo della domanda mi è arrivato alle 21.00 di venerdì sera – scrive Carlo -, è un vergogna“. Ricordiamo che in Italia sono oltre 10.000 le richieste di aiuto presentate da quest’ala del settore HO.RE.CA.
Oltre ai ritardi sulla cassa integrazione in deroga, il rifiuto sul bonus da 600 euro risulta essere una mazzata per i lavoratori del settore turistico.
Fra l’incertezza derivata dalle riapertura a singhiozzo e prenotazioni praticamente azzerate, il settore sta vivendo il momento più nero della sua storia.