I siciliani sono contro il voto segreto.
E’ quanto si apprende dalle statistiche Demopolis. Il settanta percento degli isolani è contraria a questa modalità di votazione all’interno di Palazzo dei Normanni. Idea condivisa da tempo dal governatore Nello Musumeci il quale mesi fa ha dichiarato: “Mai più in aula se non viene abolito“.
L’abolizione del voto segreto all’Ars è la proposta ufficiale di modifica del regolamento interno formalizzata dal gruppo parlamentare di Diventerà Bellissima, schieramento falange del governatore, “con l’obiettivo di allineare l’Ars alle regole in vigore presso Camera e Senato“.
La richiesta è arrivata qualche tempo fa, dopo giornate di duri scontri a Sala d’Ercole. L’inizio della questione è segnato essenzialmente dal ko incassato dal governo all’articolo 1 della legge di riforma del sistema rifiuti. Da qui l’ira del governatore e l’ultimatum: “Il Governo non tornerà in aula fino a che non sarà abrogato il voto segreto“.
Nella richiesta a Gianfranco Miccichè (presidente dell’Ars e della Commissione del regolamento) i deputati sottolineano che “nei due rami del Parlamento nazionale sono effettuate a scrutinio segreto le votazioni riguardanti le persone e, solo su richiesta, quelle che incidono sui principi e sui diritti di libertà, sui diritti della famiglia e sui diritti della persona fisica”. La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, insomma, “nei propri regolamenti interni hanno limitato il voto segreto a pochi casi ben definiti“.
Secondo Diventerà Bellissima, quindi, “appare improcrastinabile la necessità di adeguare il nostro Regolamento interno, in tema di voto segreto, a quello del Senato, onde evitarne l’uso improprio e distorto“. Quindi, “anche alla luce degli ultimi accadimenti avvenuti nell’Aula del Parlamento siciliano”, il gruppo chiede a Miccichè “di porre all’ordine del giorno della Commissione la modifica dell’articolo 127 del regolamento interno che disciplina il voto segreto e auspica che su questo tema vi sia massima convergenza all’interno dell’Ars“.