Mentre si aggiorna la lista delle attività economiche in corso di riapertura, nell’auspicio di un prossimo definitivo ma sensato ‘Liberi tutti’, arrivano intanto i primi rilievi ufficiali degli effetti della pandemia sui fatturati delle aziende siciliane.
Uno scenario a tinte fosche , con crolli di fatturato a due cifre dappertutto in Italia. Per quanto riguarda la Sicilia, Messina è la provincia che sta subendo di più, con un calo del volume d’affari del -20,1 per cento. Soffre ‘meno’ Siracusa, con il -13,7%, mentre il tessuto imprenditoriale di Palermo fa registrare un -17,7 per cento.
I dati sull’impatto dell’emergenza Covid-19 e del relativo lockdown emergono dall’Osservatorio sui bilanci delle srl 2018 e stime 2020 presso il Consiglio e la Fondazione nazionali dei commercialisti. L’analisi, frutto dell’elaborazione delle informazioni tratte dalla banca dati Aida (Analisi Informatizzata delle Aziende Italiane) di Bureau van Dijk, ha posto sotto lente l’attuale situazione di circa 830 mila società italiane, ovvero l’89% di tutte le imprese e circa l’85% di tutti gli operatori economici: un aggregato che fattura complessivamente 2.700 miliardi di euro all’anno.
A livello nazionale la caduta libera del fatturato di spa e srl nel primo semestre di quest’anno si valuta nell’ordine del -19,7%, con una perdita secca superiore a 280 miliardi di euro. La percentuale di questa diminuzione viene superata da diverse città, non solo del Mezzogiorno. Se a Potenza, capoluogo della Basilicata, questa supera il -29%, dati negativi ben peggiori della media nazionale si sono registrati anche in territori dell’Italia centrale come Arezzo (-27,2%), Prato (-25,3%) Fermo (-26,3%) e Chieti (-25,8%). Tra le province che resistono meglio, oltre a Siracusa, ci sono Cagliari (-13,8%), Roma (-16,1%), Genova (-16,5%) e Trieste, con il -16,7 per cento.