I giovani hanno paura e si dicono ansiosi per il futuro.
Sono questi gli effetti dovuti al lockdown, che ha costretto tutti a restare in casa a causa dell’emergenza coronavirus. Secondo un sondaggio effettuato nell’ambito di Utopia, un percorso di partecipazione e inclusione sociale rivolto a giovani italiani, migranti e rifugiati, lanciato dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, in collaborazione con UNICEF e INTERSOS, e somministrato ad oltre 400 ragazzi e ragazze, l’incertezza economica e nelle relazioni sono i punti che spaventano di più le nuove generazioni.
I giovani, la maggior parte d’età compresa tra i 14 e i 18 anni, affermano un cambio di routine giornaliera, a partire dalla sveglia, e in molti, durante la chiusura, sono rimasti incollati alla tv per guardare serie oppure allo smartphone per parlare con i propri amici.
Ma gli effetti dei tre mesi di chiusura si ripercuotono innanzitutto nelle relazioni. Il 59% afferma, infatti, che sono cambiati i rapporti con amici e fidanzati e che Whatsapp e Instagram sono stati gli strumenti più utilizzati per comunicare con parenti e amici.
Alla domanda: di cosa parlavate con gli amici durante il lockdown, la maggioranza ha risposto di come sarà la vita dopo l’emergenza seguito da cosa facciamo in casa, il 15% degli intervistati inoltre si dava supporto l’uno con l’altro. Il 70% ha sentito la mancanza degli amici e poi dei parenti. I giovani si dichiarano stressati, annoiati, ansiosi/angosciati, tristi e confusi e la soluzione per tornare a vivere meglio sarebbe quella di avere contatti umani.
Tra gli obiettivi i giovani adesso si prefissano di fare tutte le cose che non sono state fatte durante il lockdown, seguito da imparare a vivere il momento e non rimandare nulla.
Sono dati che preoccupano, dunque, quelli emersi dal questionario e che sollecitano un’ immediata presa di posizione da parte degli adulti e soprattutto delle Istituzioni.
“A tal proposito – spiega Pasquale D’Andrea, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Comune di Palermo – ho denunciato, tramite lettera al Presidente della Repubblica, il non ascolto dei ragazzi e delle ragazze , e grazie all’aiuto di alcune Associazioni ho sentito la loro voce, in rapporto alla Convenzione ONU, sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza , in particolare l’articolo 12 , il diritto ad essere ascoltati”.
Dal lavoro, tra i diversi risultati, salta fuori che gli adolescenti dichiarano: “Non è vero che non siamo responsabili , ci prendiamo cura degli anziani e dei genitori. Forse gli adulti debbono più stare attenti a loro e prendere più precauzioni”. Una considerazione che spesso non viene percepita dagli adulti.
La ricerca integrale, la lettera indirizzata al Presidente e i suggerimenti dei ragazzi agli adulti si trovano sulla pagine Fb del Garante Infanzia e Adolescenza del Comune di Palermo.