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Il Consiglio comunale della Città Metropolitana di Palermo ha approvato ieri in tarda serata il piano di riequilibrio proposto dal sindaco Leoluca Orlando. Il si di Sala delle Lapidi ha sollevato non poche polemiche politiche, tanto che è stata indetta una conferenza stampa dai gruppi consiliari di Più Europa e Azione, Oso e IV.
Il piano, che dovrebbe salvare il capoluogo siciliano dal dissesto finanziario, costerà centinaia di euro alle famiglie palermitane, come più volte ribadito dai consiglieri di Palazzo delle Aquile quali propulsori dell’incontro con la stampa di oggi pomeriggio.
“Si tratta di un piano di fuga, uno scandalo che avremmo potuto evitare se tutti avessimo votato in maniera compatta contro questo
piano di riequilibrio – ha detto il capogruppo di +Europa Fabrizio Ferrandelli – . Il sindaco Orlando in questi dieci anni di amministrazione ha compromesso l’equilibrio dei conti del Comune di Palermo, unico artefice della mancata adeguazione dei conti. Ora accade che il sindaco- prosegue Ferrandelli – dopo aver creato questo buco nel bilancio, pensa di poterlo colmare, insieme ai consiglieri che hanno votato l’atto, mettendo le mani in tasca ai palermitani. Si tratta di misure con cui aumenteranno le tasse, persino peggiori rispetto a quelle previste dalla legge sul dissesto degli enti locali e il cui unico risultato certo è fare schizzare alle stelle la pressione fiscale come nel caso del raddoppio irpef da 0,8 a 1,5, e dell’inserimento di nuove imposte”.
Insomma, secondo il presidente dell’Assemblea nazionale di +Europa, più che un piano di riequilibrio si tratterebbe di un piano del salasso per i palermitani. “E come in ogni piano di fuga il sindaco ha utilizzato le risorse come veri propri scudi umani, in questo caso il personale del Comune di Palermo strumentalizzato contro la loro volontà con uno scambio di due ore in più al mese, cosa che poi non sarà vera perché serviranno due bilanci di previsione di cui il Comune non è in possesso”, ha aggiunto Ferrandelli.
“Questo atto è passato non solo per chi lo ha votato positivamente, appoggiando apertamente questa pessima amministrazione, ma anche e soprattutto per chi fa finta di fare opposizione e ha lasciato l’aula per permettere la votazione – ha dichiarato Giulia Argiroffi, componente del gruppo consiliare Oso – Con questa conferenza stampa vogliamo fare chiarezza su quello che la città sa da sempre: siamo immersi in un sistema squallido di potere che annienta ogni forma di democrazia e di contrapposizione”.
I motivi per dire no a questo piano di riequilibrio sono diversi “Intanto non è un salva Palermo ma un salva Orlando, è suddiviso in 13 azioni ognuna delle quali fa riferimento ad una delle aree della città e propone dei tagli- spiega Argiroffi – Nessuna di queste azioni funziona e lo dico con totale cognizione di causa. Per definizione un piano di riequilibrio deve pareggiare le entrate con le uscite, i conti non tornano e sono falsi, e un esempio su tutti è il recupero della Tari con un 75% scritta dal segretario generale e votata dall’aula, di gran lunga superiore alla reale capacità del Comune, tanto che il dirigente responsabile ha disconosciuto nero su bianco il dato”.
Una manovra, quella presentata dalla giunta Orlando da sottoporre ancora al governo nazionale e alla Corte dei Conti, che rischia di rivelarsi un pesante fardello in capo alla città e ai suoi cittadini per i prossimi 20 anni. A partire dal salasso delle tasse, prima di tutte l’addizionale comune Irpef, per la quale è previsto dallo 0,8% del 2021 un aumento di coefficiente all’1,56% per il 2022 e all’1,73% per il 2023.
Per fare un esempio, chi guadagna 50mila euro lordi lo scorso anno ha versato circa 400 euro, nel 2022 sarà costretto a sborsarne 800
circa. Secondo quanto previsto dal piano dell’amministrazione, soltanto con l’Irpef si avranno 49 milioni di euro di più nel 2022 e 59 milioni di euro per il 2023. Incremento di tutte le tariffe e la previsione di aumentare il numero di multe utili alle casse comunali e la speranza di essere più capaci di riscuotere i crediti. In questo momento, il Comune riesce a recuperare circa il 40-45% delle somme vantate verso i privati. Dunque, il Comune ha tanti crediti che restano solo sulla carta e che non riesce ad incassare e l’obiettivo della giunta di arrivare al 75% a molti appare una pretesa eccessiva. Aumenti vertiginosi anche della Tari e delle tariffe che riguardano i
servizi a domanda individuale: servizi cimiteriali, asili, impianti sportivi, mercati.
Si prevede di recuperare 190.000 euro dagli asili nido; 385.000 euro dagli impianti sportivi; 540.000 euro dalle mense scolastiche; 350.000 euro dal mercato ittico; 395.000 euro dal mercato ortofrutticolo; 372.000 euro dai musei; 2,8 milioni di euro dai servizi cimiteriali. Incremento anche per la tassa di soggiorno. Non saranno dimezzate circoscrizioni, ma si prevede la cessione dal 2025
delle quote di minoranza di Gesap, la partecipata del comune di Palermo che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino.