Si è suicidato nel carcere di Caltagirone, nel quale era stato rinchiuso dal 13 agosto scorso, Giuseppe Randazzo, il ceramista di 50 anni arrestato da agenti del commissariato per la morte, al termine di un violento litigio, della moglie Caterina Di Stefano, 46 anni, dalla quale si stava separando.
L’uomo, che non aveva mai accettato la fine della relazione, si è impiccato nella sua cella. Il gip di Caltagirone aveva recentemente convalidato il suo arresto ed emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sulla morte dell’uomo ha aperto un’inchiesta la procura di Caltagirone.
I FATTI
Nel pomeriggio di cinque giorni fa Randazzo era andato ad attenderla davanti casa per l’ennesimo tentativo di riappacificazione. Ne è nato, invece, un violento alterco, finito in tragedia. Lui è stato trovato dalla Polizia accanto alla moglie, sotto choc, in lacrime e in evidente stato confusionale. Agli agenti non ha saputo fornire alcuna spiegazione sull’accaduto.
La donna presentava delle lesione e l’uomo aveva dei segni di colluttazione. Dopo un lungo interrogatorio la Procura di Caltagirone aveva deciso di disporre l’arresto. Sarà l’autopsia a chiarire l’esatta causa del decesso, che potrebbe essere un ematoma cerebrale interno o asfissia.
La vittima era un’operatrice socio sanitaria che lavorava nell’assistenza di disabili del Calatino. Era una donna forte e determinata. Come emergeva dal suo profilo Facebook, dove si definiva “solare, estroversa, amante della vita”, ma allo stesso tempo: “Non mi arrendo mai, odio le persone false, ma soprattutto odio gli ipocriti e i meschini”.