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Morte di Mario Biondo, il 2 ottobre si torna in aula. La famiglia: “E’ omicidio”

lunedì 28 Settembre 2020

Arriva il momento della verità nell’inchiesta sulla morte di Mario Biondo, il cameraman palermitano trovato senza vita, in circostanze mai chiarite, la sera del 30 maggio 2013 in Spagna, nella casa della moglie Raquel Sanchez Silva. L’udienza che deciderà le sorti delle indagini è prevista per venerdì 2 ottobre.

“Il 2 ottobre si avvicina – spiega la madre di Mario Biondo, la signora Santina –, mancano ormai pochi giorni e noi speriamo che l’imponente lavoro effettuato dai nostri avvocati e periti possa portare alla verità, ad una verità inconfutabile. Non abbiamo dubbi che sia stato un omicidio, ed è una verità che non può essere confusa con un falso suicidio. Troppe bugie, manipolazioni, omissioni, depistaggi e una lampante messa in scena. Abbiamo perso un meraviglioso figlio per colpa di gente senza scrupoli, il dolore trafigge i nostri cuori e il tempo non lenisce né il nostro strazio né tanto meno la nostra rabbia. Manterremo la nostra promessa: non ci daremo pace fino a quando Mario non avrà giustizia”.

Si va verso la stretta finale di questo giallo ancora pieno di ombre inquietanti e di tanti, troppi, punti oscuri. Si deciderà, dunque, da qui a breve se le indagini sulla morte di Mario Biondo proseguiranno o se, invece, verranno archiviate. L’udienza sull’istanza di opposizione presentata dalla famiglia alla richiesta di archiviazione avanzata dai magistrati palermitani titolari del fascicolo, in precedenza (il 21 luglio scorso) era stata rinviata per approfondire gli elementi portati dalla famiglia ad ulteriore conforto di una dinamica del fatto che smonterebbe la tesi del suicidio. Ora si va verso il momento cruciale di una vicenda che va avanti ormai da sette anni, e di una battaglia che la famiglia di Mario Biondo sta portando avanti nell’incrollabile convinzione che il ragazzo sia stato ucciso e che poi ci sia stata una messa in scena del suicidio.

Il giudice, nell’occasione, valuterà gli ulteriori elementi di prova forniti dal nuovo collegio di periti in aggiunta a quelli già nominati. Nel procedimento penale in Corte d’Appello i familiari di Biondo, per dimostrare che si è trattato di un fatto omicidiario, si sono affidati ad un collegio di super-periti guidato dal più noto e stimato esperto in Italia nell’analisi scientifica del crimine: il Generale dei Carabinieri, Luciano Garofano. L’ex Comandante del RIS Carabinieri di Parma è consulente tecnico incaricato dalla famiglia Biondo, insieme ad altri quattro importanti professionisti, che in questi anni hanno avuto un ruolo di rilievo nell’ambito della trattazione dei più complessi casi italiani di cronaca: il dott. Maurizio Saliva (medico legale ed esperto di ricostruzione de crimine), l’ingegnere Luca Scarselli (consulente tecnico), la dottoressa Laura Volpini (docente psicologa all’Università La Sapienza di Roma) e la dottoressa Maria Gaia Pensieri (criminologa e sociologa forense).

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