“Fatti un tatuaggio e ci scrivi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, così si risolvono i problemi”. Così uno dei venti boss di Borgo Vecchio fermati dai carabinieri, diceva al cantante neomelodico palermitano Niko Pandetta.
Il cantante era solito aprire i suoi concerti dedicandoli “a chi purtroppo sta al 41-bis”, parole che, nel tempo, gli sono costate roventi polemiche. Il suo affetto verso i boss lo aveva ripetuto anche durante un’intervista tv nel 2019 e oggi il suo nome spunta nell’indagine dei carabinieri che ha portato al fermo di 20 tra capimafia e gregari della cosca palermitana del Borgo Vecchio.
Niko Pandetta, celebre neomelodico palermitano, era amico del boss Jari Ingarao, che incontrava nonostante fosse ai domiciliari. Ingarao, oggi finito in cella, aveva incaricato alcuni uomini d’onore di invitare i commercianti del rione a sponsorizzarne un concerto. Parte dei ricavi dovevano andare nelle casse del clan. Ma l’esibizione non si tenne perché dopo le parole dette in tv al cantante fu vietato di esibirsi.
“Gli ho detto io a lui: fatti un tatuaggio e ti scrivi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e si risolvono i problemi”, consigliava a Pandetta uno dei mafiosi intercettati. Una ricetta che gli avrebbe consentito di superare le difficoltà legate alle sue discusse esternazioni sulla mafia.
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