La Cassazione ha rigettato i ricorsi della difesa, 12 condanne per mafia – si tratta degli imputati dello stralcio abbreviato dell’inchiesta “Icaro” – sono diventate definitive. Fra i condannati anche Pietro Campo, 67 anni, di Santa Margherita Belice (Ag), ritenuto “esponente di vertice dell’organizzazione criminale nel territorio”. A suo carico è stata confermata la pena di 14 anni di reclusione in continuazione con una precedente sentenza.
Era il dicembre del 2015 quando la Squadra Mobile di Agrigento faceva scattare decine e decine di arresti.
Le nuove famiglie mafiose della provincia di Agrigento si erano riorganizzate attorno al 67enne Pietro Campo, fedelissimo del boss Matteo Messina Denaro. Fra i due, in un ovile, vi sarebbe stato un incontro. Una relazione segretissima del Ros, risalente al 2012, talmente riservata che non fu neppure inserita in un primo momento agli atti dell’inchiesta per evitare di compromettere le indagini che cercavano di stringere il cerchio attorno al superlatitante.
I NOMI
Oltre a Pietro Campo, ritenuto fedelissimo del super latitante Matteo Messina Denaro, le condanne sono diventate definitive anche per il presunto capo della famiglia mafiosa di Agrigento: Antonino Iacono, 64 anni (14 anni e 8 mesi di reclusione), per Francesco Messina, 61 anni, cugino del padre del boss Gerlandino Messina, che è stato condannato a 14 anni e 8 mesi con l’accusa di essere stato il nuovo capo della cosca di Porto Empedocle.
Nella lista anche Francesco Capizzi inteso “il milanese”, 50 anni, di Porto Empedocle (10 anni); Francesco Tarantino inteso “Paolo”, 29 anni, di Agrigento (10 anni); Mauro Capizzi, 47 anni, di Ribera (10 anni e 8 mesi); Santo Interrante, 34 anni, di Santa Margherita Belice (10 anni); Giacomo La Sala, 47 anni, di Santa Margherita Belice (10 anni e 4 mesi); Rocco D’Aloisio, 46 anni, di Sambuca di Sicilia (10 anni); Tommaso Baroncelli, 40 anni, di Santa Margherita Belice (8 anni e 8 mesi).
Per Diego Grassadonia, 54 anni, di Cianciana la condanna a 10 anni di reclusione in appello è stata ridotta a 9 anni per effetto dell’esclusione dell’aggravante di essere stato un capo promotore ed è arrivata la conferma. Per Giuseppe Lo Pilato, 47 anni, di Giardina Gallotti, frazione di Agrigento, assolto in primo grado, in appello era stata decisa la condanna a 9 anni di reclusione per l’accusa di associazione mafiosa e anche per lui è arrivata la conferma.