Sono passati oltre quattro mesi dalla “storica” pioggia torrenziale abbattutasi su Palermo il 15 luglio scorso, che ha causato allagamenti e disagi per i cittadini del capoluogo siciliano.
Tutti abbiamo ancora negli occhi le immagini di viale Regione Siciliana sommerso dall’acqua piovana. Auto rimosse dopo giorni di interventi, palazzi danneggiati e negozi allagati. Un temporale che ha comportato esborsi anche di migliaia di euro per mettere in sicurezza e ripristinare lo stato dei luoghi. Un’uscita di cassa di non poco conto nel periodo dell’emergenza covid-19.
Nelle scorse settimane sono state proposte soluzioni e sono stati annunciati interventi. Fra questi, la richiesta dello stato di calamità al Governo nazionale. Un’idea, a quanto pare, rimasta tale e mai concretizzata. Non solo. Ad oggi mancherebbe addirittura la relazione necessaria ad avviare l’iter da parte della Regione.
Un allarme ribadito ed amplificato dal consigliere di Più Europa Fabrizio Ferrandelli, impegnato da mesi sulla vicenda.
In merito allo stato di calamità, il rappresentante delle opposizioni al Comune di Palermo è netto. “Tutto a mollo. Posso affermare, credo senza smentita, che ad oggi la Regione Siciliana attenda ancora dal Comune la relazione che serve all’esecutivo dell’Isola per presentare la domanda al Governo nazionale per chiedere lo Stato di calamità. Abbiamo perso quattro mesi per avviare le procedure che erano state decantate“.
QUATTRO MESI DI ATTESA
Un’epopea iniziata nei giorni immediatamente successivi al 15 luglio, con le opposizioni a Sala delle Lapidi che chiedevano la testa del sindaco Orlando. E proprio il primo cittadino scrisse al Governo nazionale, chiedendo aiuti per far fronte all’emergenza. Una richiesta finora caduta nel vuoto, per mancanza delle documentazione necessaria.
Ma ripercorriamo insieme i vari passaggi della vicenda.
LE RIUNIONI DELLA I COMMISSIONE
Durante la riunione della I Commissione del Comune di Palermo del 1 settembre, il legale Ezio Tomasello dell’Avvocatura comunale ha parlato dei fatti del 15 luglio. Il rappresentante dell’amministrazione ha sottolineato che “il sinistro che si è verificato non è il primo che l’Avvocatura ha affrontato“. Esisterebbe “una mappatura delle zone della Città che hanno subito danni a causa di questo tipo di eventi. Danni che hanno coinvolto auto ed edifici. Sono state presentate una cinquantina di denunzie che sono generiche e l’Avvocatura rappresenterà in giudizio l’Amministrazione Comunale come sempre. In relazione allo specifico evento, senza indicazioni particolari, l’Avvocatura seguirà l’iter ordinario. Trasmetterà le denunzie agli Uffici tecnici e, naturalmente, bisognerà stabilire se l’evento è additabile all’Amministrazione e il quantum risarcitorio“.
Relativamente alle cause, Tomasello precisa: “Le concause sono tre. La mancata manutenzione delle caditoie e delle vie di fuga dell’acqua, per cui bisognerà stabilire se sarà richiesta la manleva da parte di AMAP; l’insufficienza della rete fognaria; la mancata allerta del Servizio di Protezione Civile Comunale e, soprattutto, regionale. Bisogna esaminare quanto queste tre concause abbiano influito e sarà il giudizio, con l’aiuto dei periti, a stabilirlo. La Posizione dell’Avvocatura è che l’evento è stato veramente eccezionale“.
BOTTA E RISPOSTA IN COMMISSIONE
Durante la stessa riunione, è il consigliere di Più Europa Ferrandelli a chiedere risposte sul funzionamento delle procedure di stima del Comune e sul funzionamento dell’indirizzo e-mail messo a disposizione dall’Amministrazione per chiedere il risarcimento danni. Inoltre, il rappresentante della lista di Emma Bonino ha chiesto di capire quale fosse lo stato dell’attivazione dell’Amministrazione sul tema.
La risposta dell’assessore Maria Prestigiacomo arriva due settimane dopo, nella riunione del 16 settembre. La responsabile al Ramo sottolinea che “la Regione ha stanziato 900 mila euro, che i cittadini possono scrivere ad una apposita mail e i tecnici valuteranno le singole richieste. Se non sarà proclamato lo stato di calamità dallo Stato non si potrà accedere ad altre somme. La stessa ripercorre gli avvenimenti sottolineando che non c’erano in atto segnalazioni di allerta meteo e ritiene che le responsabilità se le deve assumere non certo il Comune“.
LA LETTERA DI ORLANDO E LA RISPOSTA DI CONTE
Un ulteriore passaggio della vicenda arriva il 28 settembre, quando il sindaco di Palermo Leoluca Orlando invia una missiva alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Regione Siciliana, per capire a che punto fosse la convocazione dello stato d’emergenza. La risposta arriva circa un mese dopo, in una lettera a firma del premier Giuseppe Conte, pubblicata per conoscenza dal primo cittadino del capoluogo siciliano.
Nella stessa, il presidente del Consiglio certificata che la procedura è in stallo per mancanza di documentazione. In particolare si legge che “non essendo pervenuta, ad oggi, alcuna richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza da parte della suddetta Regione, il Dipartimento della Protezione civile non è in possesso degli elementi per la verifica sulla sussistenza, nella fattispecie in rassegna, dei presupposti per un intervento con mezzi e poteri straordinari ai sensi dell’art.24 comma 1 del d.lgs. 2 gennaio 2018 n.1″.
In virtù di questa risposta, Leoluca Orlando ha chiesto “al Presidente Musumeci di accelerare i tempi di questa istruttoria, che ha evidenti ricadute su tempi e modalità di rimborso dei danni subiti dai cittadini. Queste procedure hanno normalmente tempi lunghi, ma almeno facciamole partire“.
LA RISPOSTA DELLA PROTEZIONE CIVILE REGIONALE
Tutta colpa della Regione quindi? Secondo Salvo Cocina, presidente della Protezione Civile Regionale, no.
Interpellato da ilSicilia.it, il rappresentante della PCR sostiene che “ad oggi (23 novembre n.d.r.) non risulta arrivata la documentazione necessaria dal Comune di Palermo per inoltrare la domanda. Della questione se ne dovrebbe occupare la Protezione Civile comunale o l’assessore Prestigiacomo“.
In pratica, senza la relazione necessaria dagli uffici del capoluogo siciliano, la Regione avrebbe le mani legate. Una situazione ingarbugliata, nella quale i cittadini aspettano risposte.
FERRANDELLI: “RELAZIONE MAI ARRIVATA ALLA REGIONE”
Ed è proprio il rappresentante di Più Europa Fabrizio Ferrandelli a sostenere questa tesi, a maggior ragione dopo gli allagamenti avvenuti negli ultimi giorni a Palermo.
“Sono stato promotore di quattro commissioni bilancio e di una seduta di consiglio comunale alla presenza degli assessori e del sindaco per chiedere quali fossero le procedure di risarcimento e gli interventi necessari per evitare disastri del genere in futuro“.
“A fronte di ciò, posso dire con chiarezza ai palermitani che chi vuole essere indennizzato ha solo una strada: fare causa al Comune. Perchè l’Amministrazione non ha attivato nessuna procedura d’indennizzo, ne ha un piano di recupero dei danni. E l’e-mail messa a disposizione dal Comune, non serve per i risarcimenti, ma per un censimento mirato ad una relazione che non è ancora arrivata“.
“Sulla manutenzione, ho visto qualche intervento di quella ordinaria dopo il 15 luglio. Ma è chiaro che quanto avvenuto negli ultimi giorni dimostra che serve un piano di intervento strutturale sull’impianto idrico delle acque e su quelli di sollevamento ed idraulici. In questo senso non si è visto nulla, non c’è nessuno progetto presentato. Di contro, mi risulta che il Comune non utilizzi tutte le risorse messe a disposizione per il dissesto idrogeologico“.
“Nei giorni scorsi è venuta meno anche la scusa dell’evento eccezionale. A luglio abbiamo fatto finta che l’acquazzone fosse stato un evento storico, ma i fatti accaduti nel weekend del 22 novembre dimostrano che questi sono eventi quotidiani. Questi sono ritardi decennali, ma da 35 anni a Palermo conosco solo un nome e un cognome, Leoluca Orlando“.
L’ATTACCO DEL M5S: “MANCA UNA DELIBERA DI GIUNTA”
Al coro di domande senza risposta, si aggiungono quelle dei consiglieri comunali del M5S Viviana Lo Monaco, Antonino Randazzo e Concetta Amella.
“Riteniamo grave che nonostante siano trascorsi oltre 4 mesi da quell’alluvione che ha causato gravi danni materiali a tanti cittadini, l’Amministrazione comunale non abbia ancora deliberato i criteri e i destinatari degli aiuti“.
“Al Comune è richiesto soltanto un piccolo sforzo di programmazione, che però risulta inspiegabilmente gravoso, in quanto economicamente potrà attingere al fondo di 900.000 euro già previsto ad agosto dalla Regione Siciliana per far fronte agli interventi straordinari legati a questo evento calamitoso“.
“Il nostro gruppo, oltre alla nota scritta al Sindaco e al Vicesindaco in cui evidenziava la necessità di una Deliberazione di giunta in tal senso, attende ancora risposta anche all’interrogazione nella quale chiediamo quali misure e azioni sono state predisposte dal Comune a seguito dell’alluvione del 15 luglio 2020 per evitare l’insorgere di emergenze ambientali, igienico-sanitarie, di ordine pubblico e sociale in Circonvallazione per i cittadini che vi transitano“.
LA REPLICA DEL COMUNE, LA PAROLA ALL’ASSESSORE PRESTIGIACOMO
Contattata telefonicamente, l’assessore comunale al ramo Maria Prestigiacomo ha fornito un quadro vago della situazione.
“Non è vero (che non abbiamo avviato l’iter, ndr). Abbiamo fatto una lettera in cui esplicavamo lo Stato della situazione. Lo stato di calamità lo deve dichiarare il governo“. Sulla documentazione richiesta dalla Regione, la Prestigiacomo risponde: “la stiamo producendo. Abbiamo mandato diverse cose alla Regione… adesso non mi ricordo sinceramente se la documentazione è già stata prodotta“.
Sull’attacco del gruppo consiliare del M5S sulla delibera di Giunta mancante, l’assessore risponde che “i grillini dicono tante di quelle cose... Sui dati le posso dire che sono quelli che sono già stati resi noti. E’ stato preparato un documento che analizza le criticità relativamente alla richieste di risarcimento presentate dai cittadini. Questo lo abbiamo già fatto. Abbiamo fatto tre commissioni sul tema“. E alla domanda precisa sull’invio della documentazione alla Protezione Civile Regionale, l’assessore Prestigiacomo non si sbilancia: “Questo non glielo so dire, non posso affermarlo con certezza“.