Di questioni economiche e finanziarie ne capisco poco, lo ammetto. Quando poi si tratta di fondi europei, ne capisco ancora di meno. E temo che ne capirò ancora di meno se dovesse nascere la task force annunciata dal premier Giuseppe Conte per la gestione del recovery fund, che dovrebbe portare nelle casse dello Stato italiano ben 209 miliardi di euro. Si parla di una struttura piramidale che dovrebbe avere sede a Palazzo Chigi. Al vertice di questa piramide ci sarebbe il premier Giuseppe Conte con al fianco o un gradino più sotto il ministro delle Finanze, Roberto Gualtieri, e quello dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Poi ci sarebbero 6 manager, tanti quanti sono gli assi di intervento, che avrebbero a disposizione ben 300 persone in grado di intervenire laddove ci fossero problemi sull’attuazione degli interventi programmati. I manager dovrebbero avere anche potere di commissariamento delle autorità locali che non dovrebbero rivelarsi all’altezza del compito loro assegnato. Il ministro per i rapporti con l’Ue, Vincenzo Amendola, sarebbe delegato ai rapporti con la Commissione europea. Un ruolo marginale rispetto alla gestione della grande massa di denaro che dovrebbe essere messo a disposizione dell’Italia. Nel Pd sperano che Amendola accetti di candidarsi, nel 2021, a sindaco di Napoli, per togliersi dall’imbarazzo.
Tutto ciò dovrebbe avere lo scopo di velocizzare l’impego dei 209 miliardi di euro del recovery fund, ma così facendo di rischia di appesantire ulteriormente la già complicata macchina burocratica che ostacola ogni tentativo di modernizzare l’Italia. Per rendere operativa questa task force, bisognerà creare delle apposite regole che si sommeranno a quelle già esistenti. Dalle indiscrezioni fin qui trapelate, alla manovra di bilancio sarà presentato un emendamento per la costituzione di questa super squadra di tecnici, ma non si parla di provvedimenti legislativi che dovrebbero tagliare le tante regole inutili che bloccano il Paese. Quindi alla burocrazia, tanta, già esistente si aggiungerà quella che dovrà regolare i rapporti all’interno della piramide e tra piramide e amministrazione statale. Eppoi, bisognerà fare i conti con il 90% di ministri ed apparati ministeriali che vengono esclusi dalla gestione del recovery fund. Mi sa tanto che in tanti si metteranno di traverso. L’opposizione? Difficilmente darà il via libera a questo vero e proprio commissariamento della democrazia. Perché di questo si tratta.