Roma dice “no” allo spostamento tra regioni e al rientro nelle proprie abitazioni, nel periodo natalizio, a prescindere dal colore. Ma arriva la proposta del governatore Musumeci in vista del nuovo Dpcm del 3 dicembre: quella di un tampone obbligatorio per accedere in Sicilia.
Musumeci e l’assessore alla Salute Razza proveranno ad introdurre uno dei paletti considerati fino ad ora incostituzionali, quello dell’obbligo di un tampone pre-partenza, a fronte di un’apertura, comunque non prevista per chi arriva da altri Stati, dove i controlli sono ancora insufficienti.
Così dichiara Razza: “Quando Musumeci propose che si arrivasse in Sicilia solo con la cosiddetta patente immunitaria, un tampone effettuato non più di due giorni prima, in molti dissero che si trattava di una proposta incostituzionale. Ma ora è anche lo Stato che rischia di sconfinare nell’incostituzionalità impedendo gli spostamenti e il ritorno a casa delle persone”.
Sono proposte che il governo siciliano metterà sul tavolo di quello nazionale qualora ci fosse un confronto politico sull’argomento. Ma l’assessore alla Salute non usa mezzi termini sulle festività alle porte: “Sarà un Natale in cui bisognerà fare dei sacrifici”, dichiara infatti.
L’ipotesi più probabile è quella che la Regione prenda in considerazione le decisioni di Conte, con il nuovo Dpcm, cioè quella di poter rientrare solo se si deve andare da un parente malato o da genitori anziani. Allo stesso tempo Musumeci pare vogli scoraggiare, ma non vietare gli spostamenti interni alla città e quelli tra le città della Sicilia.
Acquisti, scuola e ristorazione
Sul fronte degli acquisti, parallelamente a quanto prevede il nuovo Dpcm si potrebbe valutare un prolungamento sugli orari e i giorni di apertura dei negozi.
Sul fronte scuola, l’intenzione nazionale a cui i governatori sono per lo più contrari è quella di riaprire la maggior parte delle classi dopo la Befana senza escludere la possibilità di sospendere o ridurre in percentuale la didattica a distanza, per le superiori, già a dicembre. Sui ristoranti potrebbe nascere uno scontro al governo nazionale visto che il coprifuoco delle 22.00 va a cozzare con la chiusura attuale delle 18.00.