Nulla di fatto all’Ars dove si attendeva l’arrivo dei quattro “collegati” annunciati dal governo. In realtà, i documenti (ufficialmente) non sono arrivati nemmeno in commissione Bilancio, per cui la conferenza dei capigruppo, che era stata convocata, ha deciso di rinviare la riunione al pomeriggio del 16 gennaio.
A Sala d’Ercole, dunque, Il vicepresidente vicario Roberto Di Mauro ha ritenuto utile chiudere la seduta comunicando ai deputati che saranno convocati a domicilio dopo, appunto, la nuova conferenza dei capigruppo. Nel frattempo sono già stati distribuiti ai componenti della seconda commissione gli emendamenti presentati a Bilancio di previsione e finanziaria, che sono più di 500.
Intanto c’è chi, a microfoni spenti, tra i deputati di Sala d’Ercole avanza perplessità su alcune misure contenute nel “collegato” (la cui copia sarebbe arrivata in via informale e non ufficiale). In particolare, a destare qualche dubbio sarebbe l’articolo 5 del ddl, quello che prevede norme per evitare gli eccessi di ribasso nelle gare d’appalto. Nello specifico, qualcuno a Palazzo dei Normanni ipotizza che si possa trattare di materia legislativa di competenza dello Stato, e che quindi la norma potrebbe essere oggetto di impugnativa.
C’è anche chi storce il naso di fronte alla dismissione degli immobili delle Asp provinciali. Non sarebbe, infatti, la prima volta che si prova a razionalizzare il patrimonio immobiliare che fa capo alle aziende sanitarie, ma in passato i risultati sono stati scarsi, con pochi acquirenti interessati, anche per via del fatto che si tratta di edifici vetusti.
E anche sul mutuo per dare una boccata d’ossigeno alle Province, si respira aria di scetticismo, con chi vede come un’eccessiva esposizione il subentrare della Regione nei mutui contratti dagli enti di area vasta, operazione da 230 milioni di euro.
Sulla sessione di bilancio si registra la presa di posizione del gruppo parlamentare del Pd: “La ‘manovra snella’ che il governo Musumeci doveva approvare ‘fra Natale e Capodanno’ è diventata una raccolta di testi ‘collegati’ soltanto dall’intenzione di sfornare misure da campagna elettorale, in vista delle Europee. E anche se arrivano poco alla volta, sfogliando le prime norme ci accorgiamo che le sbandierate riforme del presidente della Regione si traducono, molto semplicemente, in una moltiplicazione delle poltrone di sottogoverno. Per non parlare dei tagli alle associazioni antimafia ed antiracket, ai teatri ed al mondo della cultura, mentre spunta un finanziamento diretto per un solo ente, la Fondazione Whitaker – affermano i parlamentari regionali del PD all’Ars – Il governo Musumeci continua a navigare a vista paralizzando l’attività dell’Ars: ogni giorno che passa – aggiungono – si avvicina la necessità di una proroga dell’esercizio provvisorio”.