Se Nello Musumeci potesse, si farebbe fare una giacca con due maniche destre. O meglio, una destra e una di centrodestra. Si scherza, ma non troppo, visti gli ultimi sviluppi politici che hanno visto il presidente della Regione siciliana salire alla ribalta delle vicende nazionali.
Il 24 gennaio il governatore della Sicilia ha incontrato a Roma il Presidente della Liguria, Giovanni Toti, con cui ha annunciato la creazione di un progetto comune per rilanciare il centrodestra. La domanda è: che tipo di centrodestra? Una coalizione che guardi ai moderati è certamente l’idea di Toti, un progetto alternativo al sovranismo che non prevede grandi spazi per la Lega, anche se i rapporti fra il governatore ligure e il Carroccio sono da sempre ottimi.
Dall’altro lato Fratelli d’Italia, partito che, per bocca della sua leader Giorgia Meloni, non pare abbia accolto con entusiasmo l’incontro romano dei due governatori, ma che ha dato la propria interpretazione: “Sono sinceramente felice che oggi i governatori di Liguria e Sicilia ribadiscano la loro volontà di lavorare al progetto di riportare il centrodestra al governo liberando Salvini e la Lega dalla morsa del M5S – ha affermato – Un movimento conservatore e sovranista capace di raccogliere culture e identità diverse ma tutte accomunate dalla volontà di affermare e difendere l’interesse nazionale italiano”.
L’ex ministro, evidentemente, deve avere frainteso lo spirito dell’iniziativa, almeno a sentire Toti, che il giorno successivo al vertice romano ha sentito il bisogno di precisare: “Quello che stiamo proponendo è qualcosa di diverso anche dal cartello elettorale che pure Giorgia Meloni sta mettendo in piedi“.
“L’idea di cambiare il centrodestra nasce proprio da lei – ha detto il governatore ligure riferendosi alla Presidente di Fratelli d’Italia – Ma quello a cui penso è un partito di centrodestra che non sia solo la raccolta delle varie anime della destra ma un movimento politico in cui possano trovare spazio riformisti, liberali, conservatori, cattolici, tutte le anime di un grande, moderno centrodestra europeo“.
Dichiarazioni che devono avere creato qualche imbarazzo a Nello Musumeci, che invece sui rapporti con i sovranisti era stato molto prudente durante l’incontro di giovedì (pur riferendosi alla Lega): “Vogliamo rinvigorire il centrodestra – aveva detto – senza parlare di contrapposizioni a Salvini. Vogliamo creare un’alternativa a questo governo recuperando la Lega al centrodestra“.
Resta da capire, dunque, cosa farà il governatore, tirato per la giacca di qua e di là. Il nuovo progetto con Toti dovrebbe prendere forma dopo le elezioni europee. Intanto è alle porte il vertice di Diventerà Bellissima, quando il movimento del governatore sceglierà la strada da percorrere alla prossima tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo.
Se dovesse guardare al progetto-Meloni, potrebbe contare su un Salvini in grande spolvero e su Fdi stabile nei sondaggi (anzi, in leggera crescita) sopra al 4%. Qualora, invece, dovesse andare in porto il progetto comune con Toti, si troverebbe un centrodestra che ha giovato dell’annuncio della (ri)discesa in campo di Silvio Berlusconi, salendo leggermente nei sondaggi.
Ma c’è anche da considerare quello che succede in Sicilia, con Musumeci sostenuto da una coalizione che difficilmente vedrebbe in questo istante di buon occhio un accordo con la Lega (per chiedere conferma, citofonare a Gianfranco Micciché). A quel punto, potrebbe crearsi qualche (ulteriore) difficoltà interna al governo siciliano, non auspicabile, visto anche la mancanza di una maggioranza a sostegno dell’esecutivo all’Ars. Qualche indicazione su questo tema arriverà certamente dal rimpasto, che dovrebbe essere realizzato prima delle Europee.
Questi gli scenari. Occorrerà attendere ancora qualche settimana prima di capire quali saranno le scelte del governatore. Rimane senza risposta, per il momento, la domanda: quale delle maniche della giacca di Musumeci cederà per prima? Non vorremmo essere nei panni del suo sarto.