“Peggio di Salvini non ce n’è, più cancerogeno di lui non ce ne è. E’ la persona più violenta e più cattiva, meno intelligente, se non dal punto di vista del risultato che vuole. Ha una struttura dietro che costa cifre inimmaginabili, trentamila euro al mese. Non può pensare che lui è al governo da quasi un anno e non c’è una sola proposta che non sia quella che riguarda gli immigranti, i negri, la violenza. E l’Italia?“. Matteo Salvini continua a essere il bersaglio preferito di Gianfranco Micciché, tanto che il Presidente dell’Ars snobba perfino il Movimento 5 Stelle nel suo intervento a Palazzo dei Normanni per la presentazione del libro di Fabrizio Cicchitto ‘Storia di Forza Italia 1994-2018’. Il commissario regionale azzurro si limita a ribadire la propria posizione sul reddito di cittadinanza: “E’ finto, la più grande bastardata che si potesse fare. Una truffa colossale” e a liquidare i pentastellati: “Non mi occupo dei cinquestelle perché non esistono“.
L’argomento principale della discussione non poteva non essere il patto dei moderati rilanciato da Micciché. Nonostante l’accoglienza tiepida dalle parti del Pd, con in testa il segretario Nicola Zingaretti a frenare, e con il solo Luca Sammartino ad avere dato segnali di ammiccamento, Micciché ha riproposto il modello per arginare populismo e sovranismo: “Il patto del Nazareno era meraviglioso secondo me – ha detto – noi moderati siamo simili. Io e Orlando, io e Bianco siamo simili. Semmai io non posso stare con Storace“. E in un altro passaggio del suo discorso: “L’unica proposta è che si uniscano i moderati, dove inserisco metà di quelli che stanno nel Pd“.
Per Micciché, la parentesi politica è propizia per un fronte moderato, argine all’avanzata populista e sovranista di Movimento 5 Stelle e Lega in Italia: “Siamo in un buon momento – afferma – abbiamo di fatto due Presidenti del consiglio, uno è un gelataio fallito e l’altro che fa il ministro dell’Interno col mitra in mano. Sono convinto che, dopo questo, ripartirà tutto“. Un’altra bordata Micciché la riserva ancora a Salvini. E lo fa senza peli sulla lingua: “Se qualcuno non comincia a dire che Salvini è una merda finisce che passa pure per buono“.
Una necessità che passa da una concezione pedagogica della politica. E in questo caso Micciché non risparmia critiche al proprio partito: “Non c’è nulla di peggio di quando la politica si affida al popolo, che ti porta a sbattere. Se il popolo chiede brioches con panna sempre, e chi governa gliele dà, va a finire che il popolo ha il diabete e o la glicemia altissima. Purtroppo – ha detto Micciché – devo ammettere che la ricerca del consenso in questo modo è iniziata con Berlusconi“. Quindi una frase tranchant sulle primarie, definite “il vero cancro della democrazia: una classe dirigente sceglie”.