“Cari colleghi sindaci non basta la soluzione tecnica individuata a Roma, non facciamoci prendere in giro. Così non si risolve nulla. Non bastano i 150 milioni di euro per salvare le ex province Siciliana dal dissesto finanziario, ne servono 350. A maggior ragione rimane confermata la manifestazione del 15 maggio a Palermo ore 11, in piazza Indipendenza. Tutti i sindaci in piazza, senza se e senza ma”. Così il sindaco metropolitano Cateno De Luca rilancia l’appello ai sindaci per la protesta per l’irrisolta crisi ex province regionali siciliane e boccia gli effetti della possibile svolta di queste ore. L’accordo Stato-Regione secondo il sindaco di Messina non risolve la questione.
“Stanno cercando di boicottare la nostra manifestazione sulla necessità di un intervento finanziario per evitare il dissesto delle Città Metropolitane e dei Liberi Consorzi – spiega De Luca -. La soluzione che hanno trovato è quella che io avevo chiesto e suggerito da mesi, cioè prendere una parte delle somme assegnate alla Sicilia sul Fondo Sviluppo e Coesione e dare la possibilità di utilizzarle per la gestione corrente, per mettere a sistema nuovamente le vecchie province regionali e scongiurare il fallimento. Ma, dopo mesi di discussione, hanno deciso di portare avanti una soluzione che individua un fondo di 150 milioni che non basta nemmeno per fare i bilanci 2019. La maggior parte di noi non ha potuto approvare i bilanci 2018 e qualcuno nemmeno il 2017. Ci sono disavanzi che devono essere riportati nell’arco del triennio 2019-2021 e quindi come può ripartire il sistema se con questo stanziamento non si potranno sistemare nemmeno i bilanci del 2019?”.
“Vanno prese risorse per 350 milioni dal Fondo Sviluppo e Coesione – conclude De Luca -, e ad oggi sono impegnati solo 500 milioni di euro ma ne sono stati spesi soltanto 100 milioni. Significa che entro dicembre 2021, tutto quello che non sarà stato speso verrà revocato come già accaduto nelle precedenti programmazioni. Noi andiamo avanti con la nostra azione, il Governo deve metterci nelle condizioni di mettere in sicurezza strade e scuole e di poter dare i servizi essenziali alle nostre comunità. Questa soluzione, ad oggi, ci rimetterà in ginocchio tra qualche mese e non ci farà attuare gli interventi necessari sui territori”.