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A Bar Sicilia, per la puntata numero 191, protagonista è l’asse progressista che cerca la quadra in vista delle amministrative di Palermo: Attilio Licciardi per il Pd, Antonino Randazzo per il M5S e Giusto Catania per la federazione Sinistra Civica Ecologista si ritrovano a Palazzo delle Aquile, nell’Aula Rostagno, insieme al direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e al direttore editoriale Maurizio Scaglione, per trattare gli argomenti più disparati: dall’eredità lasciata da Leoluca Orlando al perimetro della coalizione da delineare, dall’opportunità di ricorrere alle primarie alla possibile estensione o meno a un ‘campo largo’.
Si parte da un punto: l’accordo tra le forze che oggi compongono la coalizione, che è solido, come spiega Giusto Catania: “Da qui a poco troveremo una sintesi delle forze politiche qui rappresentate. Noi che stiamo costruendo la lista della Sinistra civica ecologista riteniamo che
non ci siano altre possibilità rispetto a queste coalizione. Ovviamente questa coalizione può essere allargata a soggetti civici, alla società civile palermitana che si riconosce in un campo, che è il campo progressista. Riteniamo che con i compagni del Pd e con gli amici del MoVimento 5 Stelle, e insieme a tante persone che si stanno organizzando nella società civile palermitana, si possa costruire una coalizione vincente. Sciolti i due-tre nodi programmatici potremo da qui a qualche giorno individuare il candidato o la candidata sindaco“.
Per quel che concerne il M5S, al momento non è stato nominato da Giuseppe Conte il referente regionale atteso per dare una linea politica definita ai pentastellati nei terriotori, ma secondo Randazzo ciò non rappresenta un problema: “Siamo in una fase in cui la nuova struttura prevede la nomina di referenti sia locali che regionali. Questo ancora non è avvenuto, però abbiamo avuto l’indicazione, noi portavoce nazionali, regionali e comunali, di iniziare questo percorso che già
da mesi vede una interlocuzione già avviata con il Pd e a cui si sono aggiunte la sinistra e le liste civiche. Quindi noi comunque abbiamo già un mandato collettivo che riguarda i portavoce per ragionare su quello che è un campo progressista, anche per le amministrative di Palermo, ma che nasce dalla buona esperienza del governo Conte 2 e anche da un’esperienza significativa alle amministrative che abbiamo fatto a ottobre 2021 in alcuni comuni siciliani come Termini Imerese e Caltagirone, ma anche a Napoli. Senza accozzaglie o campi larghi“, dice apertamente Randazzo.
E proprio sull’eventualità di allargare il campo a moderati, Italia Viva, Più Europa e altri è Attilio Licciardi a fare chiarezza sulle voci di queste settimane, anche dopo l’incontro tra il segretario regionale del Pd Barbagallo e il coordinatore di Forza Italia Micciché: “Noi abbiamo
costruito un percorso a quattro gambe: Pd, M5S, sinistra e lista civica (Facciamo Palermo, ndr). Stiamo lavorando al tavolo insieme, stiamo lavorando da settimane al programma, all’individuazione del candidato sindaco e della squadra. Questo tavolo a 4 noi del Pd faremo in modo che non si distrugga mai e che decida non solo candidato e squadra, ma anche se è necessario allargare ad altre forze civiche o politiche. Ma lo decideremo insieme”. Porta chiusa, però, per Italia Viva: “A chi si è candidato sindaco e ha già messo i manifesti per strada, posso dire soltanto ‘buon viaggio’“, afferma riferendosi a Davide Faraone, senatore renziano.
Uno dei temi è l’eredità che lascia a Palermo e ai progressisti il sindaco Leoluca Orlando: “Io sono contento – afferma Giusto Catania – che Orlando abbia scelto di non lasciare un successore, perché Orlando non è un re. E’ espressione importante di politica in questa città, che ha lasciato una traccia indelebile, che continua a lavorare. Credo spetti alle forze politiche e sociali lavorare individuare un successore e un processo politico collettivo. Orlando ha il diritto di fare parte di questa discussione, e ne ha il dovere perché rappresenta un pezzo della storia politica migliore di questa città“.
E sulla discontinuità o meno con Orlando viene tirato in ballo il M5S: qual è oggi il giudizio dei pentastellati rispetto a una partecipazione del sindaco alle prossime amministrative (in qualità, ovviamente, non da candidato primo cittadino)?: “Queste sono scelte che riguardano il Pd (partito al quale è iscritto il sindaco, ndr), sappiamo bene che c’è anche il sindaco nei dem. Noi abbiamo chiesto e rivendicato di iniziare a scrivere una nuova pagina, anche perché noi siamo nuovi rispetto a quella che è l’amministrazione uscente. Il sindaco di Palermo è all’interno del partito democratico con il quale noi abbiamo scelto di stringere delle alleanze anche per la città di Palermo, quindi ci confronteremo anche con il sindaco di Palermo che è nel Pd“.
Sui nomi e sul metodo – primarie o meno – da utilizzare per la scelta del prossimo candidato risponde Licciardi: “C’è un fiorire di nomi di candidati, anche ne centrodestra – sottolinea – Noi del Pd metteremo a disposizione della coalizione un nome di alto profilo, lo confronteremo con le proposte degli altri alleati. La strada maestra sono le primarie, ma se si trova un accordo delle forze della coalizione che convergano su un nome del candidato sindaco o della candidata sindaca e lavorare per affermare il nome di questo candidato o di questa candidata, dare un pieno mandato, potrebbe essere una strada. Non è che le primarie sono democratiche e non lo sono gli altri metodi“.