“Le nomine dei direttori dei Parchi archeologici siciliani lasciano a dir poco perplessi. Le determinazioni assunte dagli uffici di un assessorato che al momento, per altro, non ha un assessore in carica per via della tragica scomparsa del prof. Sebastiano Tusa, fanno pensare sia per quanto concerne le valutazioni fatte sul Parco di Naxos-Taormina che su tutti gli altri parchi ad un “colpo di mano”, un’accelerazione pensata e posta in essere da qualcuno con la chiara e palese volontà di anticipare il probabile rimpasto che ci sarà da qui a breve”. Lo afferma in una nota il presidente dell’Associazione Albergatori di Taormina e presidente dell’Ente Bilaterale Regionale per il Turismo Siciliano, Italo Mennella, che lancia bordate in direzione Palermo sulle recenti nomine dei nuovi direttori dei Parchi archeologici e si sofferma sullo spostamento a sorpresa ad altra sede dell’ormai ex direttore del Parco di Naxos-Taormina, Vera Greco.
“Si tratta di nomine che stravolgono un contesto importante in modo improvviso e non ponderato, con una procedura che ha avuto una rapidità decisamente non consueta per la Regione Siciliana. Il risultato di questa operazione avvenuta sabato scorso – afferma Mennella -, nei fatti, stride decisamente con i toni trionfalistici poi usati da personaggi politici già bocciati sulla scena politica nazionale e regionale che ora cercano di riciclarsi e dettare le regole. Ma qui nessuno è fesso, acta est fabula (la commedia è finita), e vorremmo capire da quale logica – o forse è meglio dire da quale lobbies – sono scaturite queste improvvise nomine, formalizzate con un provvedimento in modalità “last minute” che, per l’importanza dell’ambito di cui si tratta, non andava assunto in quei termini”.
“Nella fattispecie – aggiunge Mennella – Taormina non può essere merce di scambio (di chi e di cosa?), in piena stagione turistica, sull’altare di chissà quali accordi che esulano dalle dinamiche di questo territorio. Viene rimossa dal Parco di Naxos-Taormina l’arch. Greco, professionista seria e capace che aveva ottimamente operato con risultati certamente positivi nel suo (breve) periodo di direzione di questa importante e complessa realtà e per di più viene trasferita ad altra sede, in una realtà museale di tutto rispetto ma che secondo i malpensanti va considerata una destinazione ad hoc, – politicamente parlando – “punitiva”. Ma “punitiva” poi per quale colpa? Forse per avere operato correttamente in un sistema dove spesso Taormina è sempre stata terra di conquista dove poter speculare in nome delle esigenze dei “colonizzatori” di turno? Repetita iuvant: se la politica vuol continuare il suo scialbo teatrino palermitano lo faccia pure, ma non coinvolga Taormina in questi giochetti di palazzo e di potere che rischiano di danneggiare questo territorio”.