In queste settimane post-voto, in Sicilia si assiste a un febbrile attivismo di molte anime del centrodestra isolano. Non c’è dubbio che le percentuali ottenute dalla Lega con oltre il 20 per cento dei consensi nell’Isola abbiano sparigliato le carte della politica di casa nostra. Se è vero che questo, apparentemente, non ha effetti immediati sugli assetti relativi al governo regionale, è altrettanto evidente che un simile risultato non è passato inosservato.
E così, avviene che il cantiere centrodestra si è già rimesso in moto, in modo frenetico, con riunioni e controriunioni, che in questi giorni hanno quale scopo il posizionamento di quei partiti e di quelle forze che intendono essere protagoniste nella costruzione della nuova “area moderata” non solo siciliana. Definirla moderata, in effetti, appare un po’ strettino, se si pensa che stiamo parlando di un’area a trazione leghista, nella quale le forze politiche principali oltre al Carroccio, saranno Fratelli d’Italia e l’eventuale nuovo soggetto politico che potrebbe essere tenuto a battesimo dal governatore della Liguria Giovanni Toti. Meglio parlare in termini di area sovranista.
Su questo punto, appare evidente che i richiami del presidente siciliano Musumeci alla costruzione di un nuovo “soggetto di moderati a sinistra della Lega” siano una mano tesa proprio a Toti e al progetto di un nuovo polo che anche in Sicilia ha bisogno di strutturarsi e di costruire una propria presenza stabile. L’ovvio è che la vecchia formula del centrodestra classico con Forza Italia fra i partiti protagonisti sembra molto difficile che possa essere riproposta anche in vista di una eventuale futura campagna elettorale per le Politiche. Infatti, difficilmente potrà bastare l’attivismo di Berlusconi che chiede alla Lega di tornare alla vecchia alleanza, specie poi qui in Sicilia con luogotenenti come Gianfranco Miccichè, che remano invece in tutt’altra direzione. Almeno apparentemente…
E così, si assiste a “Diventerà bellissima“, che muove in direzione Lega, con la benedizione di Musumeci e la spinta di Ruggero Razza, che non ha mai fatto mistero di propendere per un patto con il Carroccio. Alla fine, quale sarà la scelta, cioè se federarsi con la Lega o se attendere Toti, è indifferente, visto che in entrambe i casi stiamo parlando di un nuovo centrodestra di forte matrice sovranista, che avrà comunque la Lega quale perno. Stesso discorso vale anche per l’ala catanese ex Forza Italia, quella di “MuovitiItalia”, del sindaco Salvo Pogliese e di Basilio Catanoso: com’è noto, Pogliese ha lasciato i suoi liberi di votare Lega o Fratelli d’Italia, dando in questo modo un segnale di forte disponibilità al nuovo progetto.
C’è poi in Sicilia tutta un’area centrista che va dal sindaco di Messina Cateno De Luca al deputato regionale Udc Vincenzo Figuccia, che appare più sensibile alle posizioni populiste che non alle tematiche moderate: un’area che guarda al popolo e che ha mostrato i muscoli all’interno di Forza Italia alle ultime europee.
Insomma, è un cantiere la politica siciliana di queste settimane, mentre, nel frattempo, la Lega – forte del successo ottenuto alle urne – preferisce restare a guardare, rifiutando cortesemente (e comprensibilmente) gli inviti di entrare nel governo regionale con propri rappresentanti: “Prima i programmi e i provvedimenti concreti per i Siciliani” ha ribadito in più di un’occasione il commissario regionale dei salviniani, Stefano Candiani, dribblando in questo modo i corteggiamenti – mai disinteressati – della politica isolana.
E intanto, mentre la Lega continua ad aprire sezioni in mezza Sicilia, gli alchimisti della politica siciliana di questo neocentrodestra in cerca d’autore guardano all’eventualità di non farsi trovare impreparati in caso di elezioni politiche anticipate, scaldando i motori (calcolatrice alla mano) anche in vista della futura composizione dei collegi uninominali…