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Grazie alla mobilitazione dell’Organizzazione internazionale protezione (Oipa) di Ragusa e all’intervento della locale polizia municipale, sono stati portati in salvo cinque cani da caccia, tra cui due cuccioli di circa quattro mesi. I tre adulti erano reclusi in tre gabbie, al buio, chiuse con assi di legno e senza alcuna apertura all’esterno. In questi “loculi” a stento potevano girare su se stessi. I due cuccioli erano in un’altra gabbia fatiscente. Al momento della scoperta, al centro della città, i cani non avevano a disposizione cibo ma solo dell’acqua putrida.
«Momentaneamente sono stati dati in custodia giudiziaria allo stesso proprietario con l’obbligo di portarli in un terreno di sua proprietà più adatto alla detenzione dei cani, che saranno presto visitati da un veterinario dell’Asp per la valutazione del loro stato psicofisico», racconta Riccardo Zingaro, delegato dell’Oipa di Ragusa.
La sezione Oipa ha presentato una relazione alla polizia locale e all’Asp veterinaria in supporto alla denuncia presentata dai vigili alla Procura della Repubblica per gli illeciti commessi ai danni degli animali e ha chiesto che sia avviata dal Comune la procedura per l’abbattimento delle strutture abusive eseguite in un lotto condominiale.
«Come delegato dell’Oipa di Ragusa ho anche chiesto all’Asp di verificare nel database dell’Anagrafe canina quanti cani l’uomo ha avuto in carico per escludere la sussistenza di un allevamento abusivo. Nella sua abitazione aveva anche altri due setter inglesi, ma non escludiamo la presenza di altri», continua Zingaro. «Ho inoltre scritto al Prefetto chiedendogli se vi siano gli estremi per il ritiro del porto d’armi e al sindaco per l’applicazione delle sanzioni per la violazione del Regolamento comunale per la tutela animali. Durante il nostro sopralluogo i cani non hanno fatto che guaire chiedendo aiuto. La loro vita era disperata. Erano all’interno di un condominio e nessuno, prima del nostro arrivo, aveva mai denunciato quest’atrocità».
L’Oipa invita a segnalare situazioni di maltrattamento alle forze dell’ordine, alle associazioni, alle guardie zoofile. Gli animali non hanno voce e sono indifesi nei confronti degli abusi dell’uomo, quindi essere la loro voce è fondamentale».