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Gli applausi schioccavano mentre lui parlava sul palco, accerchiato da giovani in rappresentanza del futuro di Casteldaccia. Giovanni Di Giacinto, il sindaco del piccolo paese in provincia di Palermo finito oggi in manette, ringraziava i cittadini per la sua elezioni, accusando il deputato nazionale del Movimento 5 stelle, Davide Aiello di avere infangato il nome del suo paese intervenendo alla Camera in merito all’indagine per voto di scambio che la procura di Termini aveva avviato.
“Casteldaccia è una cosa seria. E’ fatta di gente laboriosa. Gente onesta che la mattina si alza per andare a lavorare”. Affermava dal palco tempo fa il sindaco. Ed è anche una cosa seria il lavoro dei carabinieri di Bagheria che hanno permesso di arrestare il sindaco Di Giacinto insieme ad altre quattro persone (il suo vice Giuseppe Montesanto, l’assessore Maria Tomasello, la funzionaria Rosalba Buglino e il geometra libero professionista Salvatore Merlino). Tutti, a vario titolo, devono rispondere di corruzione, abuso d’ufficio, falso materiale ed ideologico.
Giovanni Di Giacinto, oltre che essere stato sindaco di Casteldaccia, è stato capogruppo del Megafono quando Rosario Crocetta era presidente della Regione. Voti decisivi per l’elezione dell’ex sindaco di Gela a Palazzo d’Orleans: Il sindaco in manette, a pochi giorni della presentazione delle liste per la campagna elettorale del 2012 aveva abbandonato l’ex partito di Miccichè, Grande Sud, di cui faceva parte, per approdare al Megafono, folgorato dalla “rivoluzione” di Crocetta e Lumia.
Lo stesso Lumia è stato l’unico ad essere stato eletto nella lista di quel partito, ed anche qui a quanto pare Di Giacinto ha avuto il suo ruolo chiamando a raccolta i suoi sostenitori, assessori e consiglieri comunali per l’elezione del politico di Termini Imerese.
Un Comune in un comprensorio storicamente difficile, che negli ultimi anni ha visto innumerevoli casi di malaffare, il ragioniere commercialista, ha dettato legge a Casteldaccia per circa 15 anni. Prima da vicesindaco nell’amministrazione di Bartolo Di Matteo, poi da Sindaco, per tre mandati.
Di Giacinto è finito sotto inchiesta anche per la strage causata dall’alluvione di Casteldaccia dell’anno scorso. La procura di Termini Imerese, guidata da Ambrogio Cartosio, ha iscritto nel registro degli indagati amministratori comunali, ex amministratori, dirigenti dell’ufficio tecnico del Comune di Casteldaccia e i proprietari della villetta dove morirono 9 persone la notte del 3 novembre scorso.
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