Non chiamateli ribelli e neanche reduci, ma “base attiva che punta a confrontarsi con i territori”.
Il Pd che cerca spazio rispetto alle “scelte verticistiche renziane” si è riunito ieri presso la sede regionale di via Bentivegna a Palermo. Tra i presenti gli ex deputati Lillo Speziale, Giovanni Panepinto, Pippo Digiacomo, Mario Alloro Vincenzo Marinello, e ancora il renziano Gandolfo Librizzi, il deputato all’Ars Giuseppe Arancio, Giacomo Tranchida, l’ex sindaco di Campofelice Franco Vasta. Presenti anche alcuni sindaci, tra cui Rosalia Stadarelli (Misilmeri) Filippo Miroddi (Piazza Armerina), Daniela Toscano, e una quarantina di consiglieri comunali.
Alla base della richiesta, come esito di ieri, ci sarà la convocazione degli organi interni del Partito Democratico in Sicilia per porre al centro dell’attenzione la questione delle liste con la finalizzazione esplicita di non disperdere, ma anzi recuperare un patrimonio di voti e di risorse dopo le elezioni regionali e un incontro con la segreteria nazionale del partito. Questa la richiesta venuta fuori ieri dall’incontro tra, dirigenti di partito, ex deputati e militanti del Pd.
Per Giovanni Panepinto, l’iniziativa ha sortito ampiamente l’effetto desiderato:« La presenza è stata molto composita e articolata. Da Nino Tilotta a Tonino Russo, dall’area Orlando a quella Cuperlo e Martina mi pare sia passato l’argomento che questa non era la premessa per fare nascere una nuova corrente, ma un ragionamento generale per capire innanzitutto chi saranno gli alleati e chi andremo a votare nell’uninominale e poi rivendicare la presenza e la partecipazione dei territori»
Secondo Panepinto: «la presenza di venti sindaci, dei consiglieri comunali di Menfi e Caltanissetta, e di un gran numero di giovani, testimonia la presenza di un partito vivo tra la gente. Sino i territori a costruire il sistema delle candidature in Sicilia, a prescindere dalle correnti»
Soddisfatto anche Lillo Speziale, nome di peso del passato del Pd all’Assemblea regionale siciliana: «Siamo un partito che esprime una visione nazionale e un radicamento territoriale. Bisogna tenere conto di queste due gambe. La partecipazione è andata al di là delle nostre aspettative. Il nostro partito è vivo e presente nei territori».
Per Speziale emerge con chiarezza la voglia di discutere: «Non siamo Forza Italia un partito con una gestione da azienda, ma un partito democratico, sentire la rappresentanza dei territori è fondamentale, non possono essere i capicorrente a sostituirsi agli attivisti».
Adesso toccherà a Fausto Raciti far tesoro di questo ragionamento.