Galletti fa il galletto. La battuta, in sé poco esilarante, nasce in considerazione delle ripetute bacchettate che il ministro dell’Ambiente continua a rivolgere, in parte anche con meritata severità, a Comuni e Regioni che s’arrabbattano tra mille difficoltà nella gestione dei rifiuti e sono costretti a sopportare l’emergenza in tutta la sua onerosa e disagiata consistenza.
L’ultima a finire nel suo libro nero è stata Virginia Raggi, sindaco 5 Stelle della Capitale, che si sta occupando di smaltire i rifiuti lontano da Roma. Un po’ quello del resto che sta per succedere, dopo una cronaca ampiamente annunciata, alla Sicilia guidata dal centrodestra.
Chi invece ha risposto al ministro centrista (che beffò di poco qualche anno fa D’Alia nella riconferma come ministro del partito di Casini, dopo l’esperienza del governo Letta) è stato il governatore siciliano Musumeci.
A lui Galletti aveva detto, a mezzo stampa: “Chi è capace di fare ha risolto il problema, ma c’è chi ancora segue la pancia dei cittadini, non risolve il problema e lo scarica su altri. Per me è inammissibile”.
Musumeci, intervenendo nella trasmissione radiofonica Tra poco in edicola su Radio1, ha così replicato alle parole del ministro: “Se non avessi spirito istituzionale direi che il ministro Galletti è entrato in campagna elettorale. Io non soltanto non parlo alla pancia dei cittadini, ma sto portando avanti quello che lo stesso ministro mi sta consigliando di fare”, citando una parte del contenuto dell’ultimo accordo stipulato tra Roma e il governo siciliano un mese fa, in cui veniva esplicitamente prevista l’indicazione del trasporto dei rifiuti fuori dalla Sicilia.
E ha proseguito: “Mi sembra incomprensibile e disarmante la risposta del rappresentante del governo. Io non parlo alla pancia dei cittadini, ma alla testa”.
Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente che è intervenuto nella trasmissione, ha invece chiarito come: “la soluzione del trasporto all’estero potrebbe essere valida usata temporaneamente. Non si rincorra solamente l’emergenza, ma si faccia in modo che questa serva a far ripartire un modello di gestione virtuosa”.
Di particolare interesse invece l’esperienza raccontata dal Comune di Brescia dove si è puntato su un termovalorizzatore che inquina poco e trasforma la spazzatura in calore ed elettricità per l’80% della popolazione che è di 200mila abitanti.
Antonio Bonomo, ingegnere, esperto del settore energetico-ambientale e progettista dell’impianto, tra i partecipanti alla trasmissione radiofonica ha posto l’attenzione sulla ottimizzazione del ciclo integrato dei rifiuti: “oggi si può puntare a un tasso di prevenzione di riciclo molto più elevato rispetto a 10 o 20 anni fa. La termovalorizzazione può offrire un aiuto per la parte residuale, ma il occorre arrivare a percentuali di differenziata che sfondino il muro del 65, 70%”.
Sui termovalorizzatori, Musumeci, che ha creato una cabina di regia al cui interno siede uno dei rappresentanti di Legambiente, si è mostrato possibilista, ma con giudizio: “Mi piace il confronto tra culture e tesi diverse. In questo momento basterebbe portare la differenziata in Sicilia dal 15 al 40% e realizzare nuovi impianti di compostaggio”.