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Ciclone su Sgarbi e il film su Mori. Fava: “Musumeci intervenga. Mori firmò protocollo farfalla”

mercoledì 17 Gennaio 2018
Nella foto Vittorio Sgarbi
Il trailer del docufilm

“Il Tribunale di Palermo non può processare lo Stato, processi pure la mafia. Nel comportamento della Procura ci sono profili eversivi”. Così stamane Vittorio Sgarbi, assessore ai Beni culturali in Sicilia, introducendo nella sala “Piersanti Mattarella” dell’Assemblea regionale siciliana, il docu-film dal titolo “Generale Mori – Un’Italia a testa alta” di Ambrogio Crespi, alla presenza del generale Mario Mori e del colonnello Giuseppe De Donno, entrambi imputati per la trattativa Stato-mafia.

Nella foto Vittorio Sgarbi, il generale Mario Mori ed il colonnello Giuseppe De Donno

Sgarbi ha aggiunto: “Il processo trattativa considera eroi Scotti e Martelli e getta polvere su Scalfaro e Mancino. Sul banco degli imputati i pm hanno messo pure Napolitano. Due presidenti della Repubblica , un fatto gravissimo. I meriti di Scalfaro sono lampanti e citarlo da morto tra i colpevoli, come fatto dai magistrati, è un attacco allo Stato. I magistrati non conoscono la storia. Il pm della trattativa e oggi politico, Antonio Ingroia, ha detto che nelle telefonate di Napolitano non c’era nulla. Ho querelato il fratello di Borsellino che ha detto che Napolitano era garante del patto Stato-mafia. Io voglio fatti non ricostruzioni”. 

Sgarbi getta acqua sul fuoco delle polemiche per la proiezione del docu-film nella sala Mattarella. “Questo documentario è già stato proiettato alla Camera alla presenza di due magistrati – ha proseguito – Non capisco dunque le polemiche sul fatto che l’abbiamo riproposto all’Ars: è stato Miccichè a dare la disponibilità della sala Mattarella, io l’avrei voluto proiettare in un cinema. E poi Mori e De Donno sono stati assolti per due volte”.

Nella foto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, insieme al generale Mario Mori, all’assessore Vittorio Sgarbi, ed a colonnello Giuseppe De Donno.

“Questo documentario su Mori dovrebbe essere portato nelle scuole”. Ha aggiunto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè“Già nel 1998 ero in commissione Antimafia si parlava di presunta trattativa. Chiesi al presidente Del Turco di nominare il generale Mori, che non conoscevo, consulente. Chiamai Mori che rifiutò perché non gli sembrava opportuno. E allora mi feci l’idea che chiunque fosse stato colpevole di qualcosa non avrebbe rifiutato l’antimafia. Per questo oggi ho accettato di ospitare questo evento organizzato da Vittorio Sgarbi. Non è una provocazione, qui si cerca di ricostruire la realtà di quegli anni”.

 

FavaLE POLEMICHE

“Non mi scandalizzano e non me ne frega nulla delle opinioni che esprime Sgarbi come libero cittadino, ma quando in qualità di assessore della Regione parla di eversiva insubordinazione espone la Regione e l’Assemblea. A Musumeci dico: ritiene ancora a lungo di tollerare le espressioni fantasiose di Sgarbi?“. Così il deputato regionale della sinistra, Claudio Fava.

Il documentario su Mori è agiografico, è un coro di violini e un tintinnar di medaglie. Ci spieghi Mori piuttosto perché quando quindici anni fa era a capo del Sisde firmò il ‘protocollo farfalla’ per accedere, segretamente e senza che la magistratura sapesse nulla, nelle carceri per prendere informazioni dai detenuti al 41 bis, pagandole“.

Anche la capogruppo del M5S all’Ars, Valentina Zafarana, boccia l’operato di Sgarbi.  “Uno dei cardini dello Stato di diritto e’ il principio di separazione dei poteri. Lo ricordiamo a Vittorio Sgarbi che oggi ha perso l’ennesima occasione per tacere. Affermare che nel comportamento della procura di Palermo ci sono profili di eversione e’ un attacco alle istituzioni, chieda pubblicamente scusa e si dimetta. Il vero eversore è lui. Non è degno di ricoprire il ruolo di assessore regionale in Sicilia, una terra martoriata dalla mafia dove quei stessi magistrati che oggi ha tacciato di ‘eversione’ sono sottoposti a misure eccezionali di protezione, dopo le minacce di Totò Riina“. 

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