“Se la logica resta quella delle discariche, in tema di rifiuti la Sicilia rimarrà indietro anni-luce rispetto ai Paesi europei più avanzati. E a pagare il conto saranno i cittadini, che continueranno a pagare l’energia una dozzina di euro in più a Mw rispetto al prezzo unico nazionale. E i 10.500 lavoratori del settore”. Si rivolge così la Cisl regionale al governatore Nello Musumeci, stamani, alla vigilia dell’incontro che si terrà a Roma tra il presidente della Regione e il premier Paolo Gentiloni.
I poteri speciali che il governatore chiederà domani al presidente del Consiglio, scrive il sindacato, “hanno senso se puntano ad andare oltre il sistema delle soluzioni-tampone buone solo per far fronte alle emergenze. C’è bisogno di un piano energetico regionale degno di questo nome”, scrive il sindacato per il quale “mettere all’ordine del giorno un’operazione centrata in buona parte sull’ampliamento delle discariche o sulla costruzione di nuove vasche, appare una visione debole e priva di strategia”.
Perché le discariche sono comunque “cambiali in scadenza. Meglio: bombe a orologeria“. E rappresentano un sistema obsoleto che in paesi civili come la Svezia raccoglie appena l’1% degli scarti prodotti. “La Sicilia – sottolinea il sindacato guidato da Mimmo Milazzo – ha bisogno piuttosto di un piano straordinario che sia ispirato alla logica dell’economia circolare. Che abbia al centro il recupero e il riciclo”.
E sulla questione rifiuti, il deputato della sinistra, Claudio Fava interviene così: “Qual è l’opinione di Musumeci sui termovalorizzatori? Vorrei saperlo, perché l’assessore all’Energia designato Alberto Pierobon sostiene che bisogna farli perché la differenziata stenta. Siccome la Sicilia è al 15% di differenziata secondo Pierobon dovremmo bruciare l’85% dei rifiuti solidi urbani”.