I 42 ex dipendenti dell’Opera Pia Cardinale Ernesto Ruffini di Palermo sono tornati a manifestare davanti al Palazzo arcivescovile, per chiedere a Monsignor Corrado Lorefice di revocare i licenziamenti. Contestano le scelte fatte dal consiglio di amministrazione dell’Ipab, di cui il vescovo è presidente per statuto, fanno appello alla sua sensibilità e sottolineano la natura pubblica dell’Ente per ribadire che non possono essere messi alla porta.
“Stiamo manifestando per protestare sulla condotta del consiglio d’amministrazione”, dichiara Ernesto Bellitteri, lavoratore e rappresentante della Uil. “Contestiamo i licenziamenti, in quanto siamo dipendenti e vincitori di concorsi pubblici. Chiediamo all’arcivescovo Monsignor Lorefice un atto di carità cristiana, di responsabilità verso i lavoratori e le loro famiglie. Faccia istanza lui stesso di commissariamento da parte dell’Assessorato alla famiglia, che è il nostro organo di controllo e vigilanza, mostrando in questo modo tutta la sua sensibilità ed esercitando appieno il ruolo che ricopre dentro l’Ipab”. Sarebbe questa la soluzione auspicata dai lavoratori per usufruire della mobilità verso altri enti come la Regione o il Comune.
Se la situazione dovesse rimanere inalterata, spiega Bellitteri, “Invochiamo l’intervento dell’assessore regionale Mariella Ippolito e del direttore generale affinchè prendano i dovuti provvedimenti verso questa Ipab per aver eluso tutte le norme regionali in materia”. L’Assessorato, infatti, come ricorda il sindacalista Nicola Scaglione, non ha ancora risposto all’invito fatto dalle organizzazioni sindacali Cgil, Uil e Csa di convocare un tavolo tecnico per discutere della vertenza presso il Servizio VII Ipab.
Per Scaglione “La situazione è difficile perchè l’Ipab si trova in una situazione economica molto precaria e perchè anche la normativa che regolamenta il settore è poco chiara”. Non a caso il settore è al centro di un progetto di riforma da parte della Regione per mettere ordine. “Resta il fatto – conclude Scaglione – che l’Assessorato è l’unico soggetto nelle condizioni di riaprire il confronto e svolgere un importante ruolo di mediazione”.