Un milione e 200 mila euro di costi già certi, che potrebbero lievitare alla fine sino ad almeno un milione e mezzo di euro: è la stima di quanto costeranno al Comune di Messina, e di riflesso ai contribuenti, le elezioni amministrative del prossimo 10 giugno, in cui ci saranno da eleggere il nuovo sindaco e i 32 componenti del futuro Consiglio comunale, oltre che i nominativi di coloro che dovranno essere i rappresentanti dei consigli di circoscrizione (esattamente 6 quelli presenti sul territorio).
C’è da tenere conto, ovviamente, del “fattore x” rappresentato dal ballottaggio, che verrà decretato eventualmente dagli elettori.
Le spese che interesseranno il forziere di Palazzo Zanca riguardano i costi per il personale che dovrà essere operativo nei seggi della città, le spese per la stampa dei manifesti e per l’invio delle cartoline postali. La casa municipale di Messina ha effettuato una ripartizione delle spese da sostenere, distribuendole così: 550 mila euro andranno al personale operativo nei vari passaggi della macchina elettorale prima e dopo il voto; 545 mila euro, verranno spesi per il compenso dovuto ai componenti di seggio. Ulteriori 105 mila euro saranno così ripartiti: 50 mila euro serviranno per stampare i manifesti; 25 mila euro per gli oneri di facchinaggio; 15 mila euro saranno destinati, infine, alle cartoline postali.
Il fondo di sicurezza prevede la disponibilità di ulteriori 15 mila euro. Una somma, quantificabile in circa 50 mila euro, sarà “rimborsata” all’ente locale di Messina dalla Regione per quanto concerne le spese da affrontare per le affissioni dei manifesti e le spedizioni postali.
Ad ogni modo, c’è anche da tenere conto del possibile o anzi molto probabile ballottaggio che, tenendo conto del numero di candidati a sindaco in campo (almeno sette) e della conseguente potrebbe tenersi il 24 giugno e che potrebbe, in sostanza, far ritoccare il conto complessivo delle spese da sostenere, con una conseguente impennata verso la quota del milione e mezzo di euro complessivi.
In tutto questo c’è da augurarsi che non sia l’ennesima campagna elettorale “imbratta tutto”, con il solito gran pienone di manifesti abusivi, affissi in modo selvaggio, ovunque, in tanti punti in cui non sarebbe possibile farlo. Un appello al buon senso e alla civiltà, che in questo caso dovrà riguardare soprattutto i candidati alla prima poltrona di Palazzo Zanca e quelli al Consiglio comunale.