Si potrebbe pensare che 878 anni siano tanti, troppi per ricordare un evento, un fatto o una ricorrenza, e invece quel 28 Aprile del 1140, giorno in cui fu consacrata la Cappella Palatina come luogo di culto privato della famiglia reale, è molto più vicino a noi di quanto possiamo immaginare. Infatti ci troviamo di fronte ad un monumento che racconta tratti, più o meno consistenti, della storia della Sicilia.
Edificata su una chiesa preesistente, la costruzione della Cappella, poi chiamata Palatina (cioè “Cappella del Palazzo”), fu voluta dal re Ruggero II d’Altavilla, primo re di Sicilia e grande estimatore delle arti. I lavori ebbero inizio nel 1129 e negli anni seguenti l’edificio sarà elevato, prima al rango di parrocchia, successivamente a quello di collegiata, dignità attribuita a chiese importanti ma che non sono cattedrali, nelle quali operano come ministri del culto di Dio, un collegio di chierici, chiamati canonici.
L’interno della Cappella è un trionfo di bellezza, armonia, raffinatezza e ingegno. La struttura fu realizzata attraverso l’incontro di due stili architettonici: il latino e il greco- bizantino. Infatti la pianta dell’intero edificio è quella latina, a forma rettangolare e a tre navate, invece la pianta del presbiterio è quadrata ed è chiusa dall’alto da una cupoletta emisferica, stile tipico della tradizione bizantina a cui pure appartiene il posizionamento dell’abside, rivolto verso Oriente. La presenza e la coesistenza della cultura latina e greca è manifestata anche dalle iscrizioni in latino e greco presenti sulle pareti.
Sembra evidente che in quest’epoca, la presenza della cultura greco- ortodossa bizantina fosse una realtà diffusa e conosciuta per tutto il regno. Ma Ruggero II non si limitò a chiamare solamente le maestranze normanne e bizantine, addirittura fece arrivare in Sicilia maestranze provenienti dall’Egitto e dalla Persia. In sostanza lavorarono fianco a fianco maestri normanni, bizantini e arabi: infatti, se è vero che i Normanni, una volta conquistata la Sicilia, distrussero tanti edifici e monumenti islamici, è anche vero che non eliminarono la cultura araba. Infatti è bene ricordare, che Ruggero II si dimostrò un sovrano estremamente tollerante (nientedimeno sapeva parlare l’arabo), riuscendo a creare presso la propria corte un cenacolo in cui confluirono i migliori intellettuali e dotti dell’epoca a prescindere dalla lingua e dalla religione: non è un caso che gli editti regi fossero redatti in latino, greco, arabo ed ebraico, in modo tale che ogni suddito del regno potesse comprendere le disposizioni regie.
Sono milioni le tessere dorate, sapientemente collocate dalle diverse maestranze, a rappresentare scene dell’Antico Testamento, alcune vicende della vita di Cristo e dei santi Pietro e Paolo, ai quali fu dedicata la Cappella. Quest’ultima fu costruita nel Palazzo Reale, il quale durante la dominazione araba fungeva da fortezza e sede di governo dell’emirato di Palermo, ed ideata come baricentro dell’intero palazzo nonché simbolo della sacralità del potere monarchico, concezione tipicamente medievale.
La Cappella Palatina è un monumento di straordinaria rilevanza estetica e artistica non soltanto perché è un crogiolo di stili magistralmente coordinati tra di loro come una sinfonia ma anche perché al suo interno possiamo trovare degli unicum al mondo. In particolar modo, si possono trovare i mosaici bizantini più estesi raffiguranti soggetti profani, così come le più ampie rappresentazioni pittoriche arabe di epoca medievale dell’area mediterranea giunte sino a noi e addirittura l’unico caso al mondo di arte islamica raffigurante individui in un luogo di culto.
La cerimonia di consacrazione fu presieduta dall’arcivescovo di Palermo Ruggero Fresera alla presenza dei vescovi di Agrigento e di Malta e di molti prelati dell’isola. Nel 1143 i lavori ebbero fine e il 29 Giugno dello stesso anno la Cappella fu inaugurata. Ruggero II, in qualità di Legato Apostolico, si riservò la facoltà di designare i prelati della Cappella, oltretutto concedette alla stessa vari privilegi e terre, così come faranno i suoi successori, gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi.
La Cappella Palatina a 878 anni dalla sua consacrazione, rimane uno dei più grandi capolavori della cultura normanna, un gioiello dell’arte, un architrave della cultura palermitana e siciliana in grado ancora oggi di affascinare e conquistare, una perla che ha saputo plasmare, innalzare e ispirare il mondo.