“Non posso che esprimere apprezzamento per la proposta del Governo Regionale approvata oggi dall’Assemblea Regionale, per il finanziamento degli interventi necessari alla riqualificazione ambientale del Parco Libero Grassi lungo la Costa Sud della Città. E’ un segno importante di attenzione e sensibilità condivisa per un pezzo importante del nostro territorio”.
Lo ha affermato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, commentando il voto dell’Assemblea Regionale Siciliana che stanzia 20.000 euro per l’avvio di interventi di indagine necessari per rendere fruibile l’area del cosiddetto “Mammellone” nella zona di Acqua dei Corsari.
Della vicenda ci eravamo occupati noi de ilSicilia.it a settembre 2017, quando un gruppo di residenti di via Messina Marine, insieme ad associazioni e ambientalisti avevano denunciato la presenza di amianto e altri rifiuti speciali nel litorale. Alcuni addirittura ipotizzavano alti tassi di morte per tumore nella zona.
Fu allertata così la Capitaneria di Porto di Palermo che aprì un dossier e avvertì l’Asp e l’Arpa. Furono effettuati due sopralluoghi che confermarono inizialmente la presenza di fusti sospetti e rifiuti speciali. Da allora le indagini non sono terminate: prima si sono concentrate sulla foce dell’Oreto dove la Polizia municipale di Palermo ha sequestrato un’area di 5 mila metri quadrati, piena di amianto sbriciolato e sfabbricidi .
Poi, le mareggiate hanno provocato fenomeni di erosioni nel litorale di via Messina Marine, portando alla luce i rifiuti. Si sospetta che l’area sia utilizzata da decenni per scaricarci rifiuti di ogni genere, dagli sfabbricidi del sacco di Palermo ai residui industriali dei giorni d’oggi.
A distanza di mesi di indagini, il primo responso della Guardia Costiera: «Dopo le vostre segnalazioni – rivelano in esclusiva a ilSicilia.it – abbiamo aperto un dossier specifico, allertando l’Arpa e l’Asp per dei sopralluoghi congiunti (8 e 18 settembre 2017). Le macchie nere rinvenute sugli scogli e sui sassi della battigia, sono riconducibili alla combustione di cavi elettrici: quasi certamente derivanti dalle attività illecite legate ai furti di rame. Per estrarlo dai cavi, venivano bruciati sulla Costa».
Ma nonostante ciò, arrivano anche buone notizie: «L’Arpa ha scritto nero su bianco nella relazione di servizio che non è stata riscontrata la presenza di alcun rifiuto speciale in superficie» accanto al Teatro del Sole. E il fusto inizialmente indicato da loro con logo Amia, in realtà, spiegano dalla Capitaneria, «dopo un attento controllo, era un serbatoio Amap, interrato per intercettare le acque piovane, ma poi riemerso a seguito delle mareggiate».
Dunque nulla di preoccupante? Non proprio. Perché la Capitaneria precisa che «andremo avanti con le indagini. I rifiuti speciali, seppur assenti in superficie durante i sopralluoghi, potrebbero essere ancora nascosti al di sotto del terreno, coperti da anni di scarichi industriali, edilizi, storicamente noti». E prima di fare una bonifica, dai costi milionari, serve l’analisi del rischio e la caratterizzazione del terreno.
Cosa che verrà certamente fatta grazie allo stanziamento dei nuovi fondi da parte della Regione. In questo modo verranno sciolti tutti i dubbi. Se Comune, Regione, Demanio e Guardia Costiera concordano nella necessità di eseguire indagini approfondite sulla Costa Sud, è l’ulteriore dimostrazione che non si vuole creare allarmismo, ma solo vederci chiaro, una volta per tutte.
Senza nascondere “la polvere sotto al tappeto”.