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Il pantano della burocrazia e il governo che vuole riscrivere le regole. L’eolico in Sicilia cambia passo

giovedì 3 Maggio 2018

Prima di diventare la Sicilia delle fiction e dei luoghi comuni, di solito è l’Isola della palude, in cui tutto rimbalza prima di tornare, indomitamente al proprio posto. A partire dalla burocrazia, alimentata dal flusso delle sue contraddizioni, ma su cui, spesso, si ritorce la nemesi dei risultati peggiori del contrappasso della politica.

Prendiamo, per esempio, la vicenda dei nuovi impianti eolici, gli ultimi autorizzati, dal dipartimento di viale Campania, risalgono a un paio di mesi fa.

Negli ultimi sei mesi sono stati approvati tre parchi a Licata, Marsala e Monreale, e una decina di impianti con tralicci inferiori ai trenta metri. Il numero delle pale eoliche nell’Isola, negli ultimi 16 anni ha raggiunto  le 1.500 unità. Il percorso amministrativo disposto dal precedente esecutivo regionale che doveva portare a una successiva ricognizione e bloccare nuovi impianti in realtà non ha sortito effetti, molte aree non sono state vincolate.

Lo scorso 26 marzo è stato pubblicato il decreto che autorizza la società Metora di Santa Ninfa a realizzare tra Marsala e Salemi un impianto con undici pale eoliche alte 180 metri e una potenza di 39 Megawatt. Il provvedimento era corredato da una documentazione fatta da 20 tra pareri e autorizzazioni, che vengono dati da uffici diversi. È sufficiente che uno solo non dia il via libera per bloccare l’iter, concluderlo negativamente e non autorizzare l’impianto. La Conferenza di servizi da parte del dipartimento Energia apre e chiude il procedimento in questione. Nel sito della Regione, inoltre, compaiono tutte le autorizzazioni date sulle fonti rinnovabili a partire dal 2007.

Il dipartimento di viale Campania, sede dell’assessorato regionale all’Energia, sta per avviare l’iter per il nuovo piano energetico regionale con un percorso che ancora va puntellato, ma di cui si intravedono già le coordinate. Sarà lo strumento (PAERS) con cui si procederà alla disciplina dei prossimi 10 anni di attività energetica della Regione siciliana.

Nello Musumeci ha presentato, sotto forma di emendamento, una norma che di fatto ‘congela’ la possibilità di ulteriori installazioni. Pochi dubbi  sembrano esserci a questo punto sulla materia. Così almeno risulta dalla volontà espressa con chiarezza dopo le ultime, recenti polemiche, sulle autorizzazioni di nuovi impianti fotovoltaici. L’indirizzo da parte del governo siciliano è stato tracciato nella forma più ufficiale possibile, in occasione del rush finale che ha preceduto domenica scorsa l’approvazione della Finanzaria regionale. La Regione inoltre si è riservata il diritto entro 4 mesi di pianificare, d’accordo con le commissioni competenti per individuare ancora zone da sfruttare e se sono compatibili con la tutela del paesaggio e dell’ambiente.

“Se qualcuno pensa di avvantaggiare qualche ditta, spesso nemmeno siciliana, si sbaglia. Non lo consentiremo. Il danno che si arreca, all’ambiente e al territorio, ma anche all’immagine della Sicilia è devastante”. Le parole del vicepresidente dell’Ars  Roberto Di Mauro, chiariscono anche il pensiero della maggioranza, ma adesso si attendono gli effetti concreti. I siciliani hanno voglia di essere stupiti. Meglio tardi che mai,

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