Si riaccende la speranza per i 5.200 Asu siciliani, che nell’ultima finanziaria regionale sono stati esclusi dalle stabilizzazioni varate dall’Assemblea regionale siciliana.
Oggi nel corso di un incontro presso l’Assessorato regionale alla Famiglia e al Lavoro, l’assessore Mariella Ippolito ha comunicato alle organizzazioni sindacali presenti la sua disponibilità a valutare questa possibilità sfruttando il cosiddetto “collegato” alla finanziaria.
Un’apertura che può contare sul sostegno di diversi parlamentari di maggioranza e opposizione. Tra questi Eleonora Lo Curto (Udc), Rossana Cannata (Forza Italia) e Edy Tamajo (Sicilia Futura), che hanno partecipato al tavolo. Tra una settimana il prossimo appuntamento.
Il confronto è appena iniziato e la soluzione è tutt’altro che a portata di mano. Bisogna capire a quanto ammonta il numero esatto di soggetti da stabilizzare, quante risorse sono necessarie per finanziare l’operazione e dove reperirle. Un centinaio di Asu hanno, infatti, chiesto di fuoriuscire dal bacino in cambio di un indennizzo, mentre il monitoraggio sugli esuberi dichiarati dagli enti pubblici e privati, presso i quali questo personale è in forza, è fermo al 90%, mancano i dati della provincia di Messina. Prima di fare qualsiasi valutazione, quindi, è indispensabile che il quadro sia chiaro con numeri certi e definitivi. Di sicuro, fanno sapere i sindacati, c’è il diritto di questi lavoratori, sancito da diverse leggi regionali, ad avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Per Clara Crocè, della Fp Cgil, “è imprescindibile mettere sullo stesso piano tutti i lavoratori liberando quelli che subiscono il giogo delle cooperative. E’ questo un passaggio fondamentale per procedere alla stabilizzazione”. Inoltre l’Fp Cgil ha chiesto anche la partecipazione al prossimo incontro dell’assessore alle autonomie locali e alla funzione pubblica, Bernadette Grasso, nonché dell’assessore all’economia, Gaetano Armao, e del ragioniere generale, Giovanni Bologna, “perchè – precisa Crocè – la stabilizzazione non può avvenire a costo zero”.
“Ci aspettiamo nel collegato alla finanziaria una soluzione definitiva. I palliativi non ci interessano”. Così Vito Sardo e Mario Mingrino, del Csa Dipartimento Asu. “Siamo in attesa – aggiungono – di valutare il provvedimento che il governo ci sottoporrà al prossimo incontro. C’è bisogno di una norma organica che preveda la stabilizzazione di tutti i soggetti titolari del diritto, sia quelli utilizzati negli enti pubblici che nel privato sociale”.
“Tutti sono consapevoli – continuano Sardo e Mingrino – dal Parlamento al governo ai sindacati che devono essere trovate le risorse aggiuntive per la contrattualizzazione, al fine di sostenere gli oneri aggiuntivi”.
“È necessario – concludono – che l’Assessorato dia seguito a quanto previsto dalla legge 8 del 2017, stabilendo quanti sono i soggetti di cui si deve fare carico, ovvero scorporando coloro che hanno chiesto la fuoriuscita con la misura alternativa e coloro che saranno stabilizzati dagli enti utilizzatori”.